Per il tredicesimo trimestre consecutivo, Unicredit ha aumentato il suo utile. Questo è ciò che emerge dalla pubblicazione dei dati da parte della grande banca italiana, che ha superato anche le attese del mercato.
Nel primo trimestre del 2024, l’utile netto di Unicredit è salito a 2,6 miliardi di euro. Questo significa un incremento del 24% su base annua (ossia rispetto allo stesso trimestre dell'anno precedente). Gili analisti stimavano una crescita a 2,1 miliardi.
L'andamento dei ricavi è stato altresì in salita, con una crescita del 7% su base annua (e del 10,9% congiunturale) fino a toccare 6,3 miliardi. Anche in questo caso, i dati sono andati ben oltre le previsioni di mercato, che si fermavano a 5,9 miliardi. Si tratta del tredicesimo trimestre consecutivo in rialzo.
La corsa dell'utile è stata alimentata da diversi fattori. Il margine di interesse è aumentato dell’8,5%, raggiungendo i 3,6 miliardi di euro (che però è in calo dello 0,9% su
base trimestrale) mentre le commissioni sono migliorate del 3,3%, raggiungendo i 2,1 miliardi di euro, in rialzo del 15,8% su base trimestrale e del 3,3% su base annua.
Unicredit ha lavorato bene anche per quanto riguarda lo snellimento dei costi, che sono scesi dello 0,7% rispetto all’anno precedente (fino a 2,3 miliardi).
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In virtù di questi risultati, Unicredit ha rivisto al rialzo le previsioni sull’utile netto per il 2024, che adesso dovrebbe superare gli 8,5 miliardi di euro. Inoltre la
banca distribuirà agli azionisti di circa 10 miliardi di euro nel 2024, realizzando così un notevole aumento dell’utile per azione (+42%) e un incremento del patrimonio netto tangibile
per azione (+25%) rispetto all’anno precedente.
Presto comincerà la seconda fase del suo programma di buyback.
I numeri del primo trimestre hanno chiaramente avuto un effetto in Borsa, dove il titolo Unciredit marcia in salita (e manifesta un indicatore Alligator "affamato"). A Piazza Affari le azioni viaggiano poco sotto la soglia dei 36 euro. Nell'ultimo semestre, il titolo della banca italiana ha guadagnato oltre il 50%, mentre nell'ultimo anno il valore è quasi raddoppiato.
Continua ad essere preoccupante lo scenario riguardante il mercato dell'auto in Europa. In special modo il settore dei veicoli a iniezione elettrica. Questo emerge dagli ultimi dati ufficiali relativi al mese di marzo.
Le immatricolazioni di nuove automobili sono scivolate dei 5,2% durante il mese di marzo, rispetto allo stesso mese del 2023. Il settore ha risentito soprattutto della brusca frenata che c'è stata nel mercato dell'auto elettrica, dove le vendite sono calate dell'11,3% rispetto a marzo dello scorso anno.
Se ci concentriamo soltanto sul territorio italiano, il calo addirittura è stato del 35,9%. Se guardiamo alla Germania, paese leader del settore in Europa, la riduzione è stata di poco inferiore a 29% (tanto che Volkswagen che ha registrato un calo del 21,6% dell’utile netto nel primo trimestre).
L'unico segmento di mercato dell'auto che ha chiuso con un bilancio positivo è stato quello delle auto ibride, che ha segnato un aumento del 29% su base annuo. Ad ogni modo, nonostante questi dati negativi, il bilancio complessivo del primo trimestre dell'anno rimane ancora positivo per il mercato dell'altro europeo.
È chiaro che i numeri che fanno maggiormente impressione sono quelli riguardanti le vendite di veicoli ad iniezione elettrica, che da anni sono considerati il vero futuro del settore.
Il calo delle immatricolazioni risente di diversi fattori, a cominciare dalla eccessiva dipendenza dell'andamento delle vendite dagli incentivi statali (che quasi ovunque sono stati ripensati o limitati). In secondo luogo la mancanza di colonnine elettriche di ricarica rappresenta un forte deterrente per chi vorrebbe acquistare una macchina elettrica, che peraltro trova anche un ulteriore fattore frenante nei prezzi eccessivi.
Il mercato dell'auto elettrica presenta anche di una situazione particolare: si preferisce l'usato al nuovo. Lo dimostrano i dati che arrivano dal Regno Unito, dove a febbraio 2024 il numero di veicoli elettrici usati disponibili per l’acquisto è cresciuto del 260%, di contro le macchine usate a benzina sono aumentate solo del 20%. Questo numero è preoccupante perché dimostra che molte persone che acquistano una vettura elettrica poi tornano sui propri passi.
Il colosso automobilistico Stellantis ha alzato il velo sui conti del primo trimestre del 2024. Il bilancio non è stato affatto positivo, visto che le vendite ed i ricavi sono in calo rispetto allo stesso periodo del 2023. Chiaramente tutto questo ha innescato un calo delle quotazioni azionarie in borsa.
Secondo quanto
pubblicato questa mattina, nei primi tre mesi di quest'anno di ricavi netti di stellantis sono scesi del 12% su base annua, scivolando a 41,7 miliardi di euro. Questa riduzione è
legata soprattutto ai minori volumi di vendita e dagli effetti di cambio valutari sfavorevoli.
Il dato risulta inferiore a quanto si aspettavano gli analisti, che pure vedevano un calo, ma soltanto del 3%.
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Anche i dati delle consegne di veicoli nel primo trimestre del 2024 sono stati deludenti. Appena 1,3 milioni di vetture, ossia il 10% in meno su base annua.
Anche in questo caso gli analisti si aspettavano un calo, ma meno marcato (-8%). Secondo Stellantis, questo andamento ha risentito delle azioni sulla produzione e sulla gestione dello stock, in
preparazione dell'arrivo di uno dei prodotti (programmati per la seconda parte di quest'anno).
Il dato si confronta con il primo trimestre 2023, quando le consegne erano invece cresciute per la ricostituzione delle scorte presso la rete dopo un periodo prolungato di limitazioni nelle
forniture.
Malgrado tutte queste difficoltà evidenziate in bilancio, l'azienda ha deciso di confermare la guidance per il 2024, ribadendo l'intenzione di arrivare ad un margine di utile operativo rettificato a due cifre è un flusso di cassa industriale netto positivo.
Intanto c'è la conferma del dividendo ordinario di €1,55 per azione, in crescita del 16% rispetto all'anno scorso (il pagamento avverrà al mare). Inoltre Sellantis ha lanciato un
piano di riacquisto azioni proprie per 3 miliardi di euro.
I numeri deboli del trimestre hanno avuto un impatto sulla quotazione di Stellantis in borsa. Il titolo Infatti ha ceduto in apertura quasi il 2%, scivolando sotto i 22,85 euro per azione e avvicinandosi alla fascia inferiore delle Bollinger bands. Inoltre è tornato sui minimi di circa 2 mesi (ma i guadagni complessivi da inizio anno rimangono robusti, oltre il 7%).
Una spunta di troppo, quando un cliente fa un acquisto, costerà salata ad Amazon, il colosso globale dell'e-commerce. Infatti per colpa di quella spunta, l'azienda dovrà pagare ben 10 milioni di euro di multa, come deciso dall'Antitrust (Autorità garante della concorrenza e del mercato).
Chi conosce come funziona Amazon, avrà senza dubbio notato che su diverse categorie di articoli (per esempio le cibarie per animali), esiste una opzione che consente di effettuare periodicamente l'acquisto.
Sicuramente è una possibilità comoda per chi deve fare certe compere di tanto in tanto, così da evitare di rimanere senza scorte. Si tratta del programma "Iscriviti e Risparmia", che permette di risparmiare denaro e tempo attivando le consegne periodiche.
Il problema però è che Amazon, laddove previsto, ha impostato di default l'acquisto su "periodico" e non su acquisto "singolo". Secondo l'Antitrus, questo limita la libertà di scelta dei consumatori e per questo ha sanzionato due società del gruppo, ossia Amazon Services Europe e Amazon Eu.
Spiega l'authority che "la pre-spunta grafica induce a comprare periodicamente un prodotto – anche senza effettivo bisogno – limitando così la facoltà di scelta”. In questo modo Amazon ha violato il principio di diligenza professionale, dal momento che dovrebbe permettere ai consumatori di fare scelte libere e consapevoli durante il processo di acquisto online.
Prima di arrivare a comminare la sanzione, l'Autorità ha interloquito con l'azienda. Infatti in avvio di istruttoria era stata contestata anche la pre-selezione della consegna veloce a pagamento, che viene applicata ai clienti non-Prime. Tuttavia per questa condotta è stata accetta la promessa di Amazon che in futuro predefinirà soltanto l’opzione di consegna gratuita.
Le due società erogheranno un ristoro a favore dei consumatori che durante il 2023 si sono rivolti al Servizio Clienti per lamentarsi di questa condotta. Intanto Amazon ha
annunciato che, essendo “in forte disaccordo” con la decisione dell'authority, farà ricorso.
La tensione in Medioriente e alcuni dati macro saranno le stelle polari degli investitori nei prossimi giorni. In particolare, i mercati guarderanno ai dati sull'inflazione e sulla crescita economica degli USA, per capire le prossime mosse della Federal Reserve.
Negli Stati Uniti, il dato più atteso dei prossimi giorni saranno il tasso di crescita del PIL del primo trimestre e i prezzi del PCE, insieme ai dati sul reddito personale e sulla spesa. Gli investitori prevedono che l'economia statunitense crescerà del 2,1% nel primo trimestre, in rallentamento rispetto al tasso del 3,4% del quarto trimestre. Sul fronte dei prezzi, sia l’inflazione core che quella principale PCE dovrebbero aumentare dello 0,3%.
Chiaramente questo inciderà sull'andamento del dollaro. Negli ultimi giorni l'indice che misura l'andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di valute principali, è
salito oltre quota106 e l'oscillatore
stocastico si avvicina all'ipercomprato.
Nel vecchio continente gli investitori monitoreranno gli ultimi dati flash S&P per l’Eurozona e per alcune economie chiave come Germania, Francia e Regno Unito. Attenzione anche all'indicatore Ifo del clima economico tedesco. Eurostat pubblicherà anche i dati per il 2023 sul debito pubblico e sul bilancio della regione.
Annotazione: se volete diventare investitori, potrebbe tornarvi utile conoscere sapere il metodo Fibonacci trading come usare.
Nei prossimi giorni sono attese le decisioni sui tassi di interesse in Giappone, Cina e Turchia.
Si prevede che la Banca del Giappone manterrà invariato il tasso di interesse dopo l’ultimo rialzo, ma i mercati presteranno molta attenzione ai suggerimenti sull’entità del
futuro inasprimento.
In Cina, la PBoC dovrebbe lasciare fermi i tassi di riferimento sui prestiti a uno e cinque anni, mantenendo il controllo sulle condizioni finanziarie per difendere lo yuan. Il
cambio USDCNH è sceso a 7,25 per dollaro, allontanandosi dai minimi di cinque mesi. Le banche statali in Cina hanno continuato a sostenere lo yuan vendendo dollari sui mercati interni.
Quella che ci aspetta sarà una delle settimane più impegnative nel calendario degli utili, con l’attesa degli investitori che cresce attorno ai principali titani della tecnologia come Alphabet, Microsoft e Meta. In generale pubblicheranno i bilanci oltre 30 aziende che vantano capitalizzazioni di mercato superiori a 100 miliardi di dollari.