La settimana che stiamo vivendo è particolarmente importante sotto il profilo delle decisioni delle banche centrali. Se a dominare la scena è senza dubbio il meeting della Federal Reserve, ci sono però altri appuntamenti molto importanti. Ad esempio il meeting della Banca Centrale Europea e anche quello della banca nazionale Svizzera. Tuttavia in questi giorni tocca anche alla Banca Centrale di Turchia, chi si riunirà per l'ultima volta quest'anno per decidere sui tassi di interesse.
Cosa aspettarsi dalla Banca centrale di Ankara
Gli investitori si aspettano un altro ritocco sostanzioso da parte dell'istituto guidato dal governatore Murat Uysal, anche se non comparabile con il
taglio di 250 punti base effettuato lo scorso mese di ottobre. Allora il costo del denaro venne sforbiciato dal 16,50% fino al 14%, mentre stavolta ci si aspetta un taglio al
12,50%. A sostenere la Banca Centrale in questo percorso accomodante, c'è il calo dell'inflazione.
Titoli di Stato
Negli ultimi mesi i rendimenti dei titoli di Stato Turchi hanno effettuato una bella decelerazione, e potrebbero calare ancora con l'imminente nuovo taglio dei taglio dei tassi di interesse. A meno che questa mossa della banca centrale non venga interpretata dagli investitori come imprudente. Un indizio in tal senso è il tasso di cambio con il dollaro americano, che attualmente è al 5,80 e si sta muovendo in uno stretto range da alcune settimane. Se il taglio fosse stato percepito come imprudente, il cambio si sarebbe deprezzato da giorni, mentre come abbiamo detto è piuttosto stabile così come le previsioni cambio Euro lira turca non fanno pensare a prossimi scossoni.
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La crescita economica
Gli investitori guardano però anche ad altro. In questo momento l'interesse ha nel capire se l'economia turca ha la capacità di riprendersi dalla crisi innescata lo scorso anno da una vera e propria tempesta finanziaria. Sotto questo aspetto c'è qualche dato incoraggiante, come ad esempio la lieve crescita del PIL di quest'anno e del prossimo. Fino a poche settimane fa invece si prevedeva una crescita debole se non addirittura in calo.