Investitori sempre più attratti dal settore della biotecnologia

Gli investitori hanno trovato grossi regali sotto l'albero di Natale quest'anno, grazie ai progressi decisi nei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina. L'accordo di fase uno dovrebbe essere firmato all'inizio di gennaio, e questo ha portato una nuova ventata di entusiasmo nelle Borse.

Quanti regali per gli investitori

investitori biotechSe alla fine del 2019 sarà la sorprendente Atene la migliore piazza mondiale (seconda è Buenos Aires), la prima delle big è Wall Street, con il Nasdaq che ha raggiunto lo storico traguardo di 9.000 punti. Il listino tecnologico americano ha aggiunto 1.000 punti in più nell'ultimo anno e mezzo, ma contrariamente a quanto molti investitori pensano, il contributo maggiore alla sua corsa non lo hanno dato i big dell'hi tech come Amazon, bensì le aziende biotecnologiche. Del resto se la tecnologia sta ridefinendo il nostro mondo, la salute non fa eccezione.

 

Si prevede, ad esempio, che il settore dell’informatica legata alla salute sia destinato a più che raddoppiare nei prossimi cinque anni fino a raggiungere 390 miliardi di dollari entro il 2024.

Per capire la portata del fenomeno, basta sottolineare che l’indice iShares Nasdaq Biotechnology Index Intraday Indicative Value (IBBIV Index) dal 2011 al 2015 è cresciuto vertiginosamente di circa il 500%. Gli investitori possono aprire una piattaforma trading gratuita per vedere quali sono i titoli che vanno per la maggiore: Amgen, Thermo Fisher Scientific e Danaher Corporation.

 

Suggerimento: prima di avventurarvi nel mondo degli investimenti, comprendete bene che cos'è trailing step definizione e modalità di utilizzo.

Perché questo sprint

La biotecnologia è uno dei settori più interessanti per gli investitori da alcuni decenni a questa parte, con forti rialzi a cadenza ciclica. Il tasso di crescita è di circa il 10% annuo, e questo attira sempre più capitali dagli investitori interessati all’area della salute e della farmacia. In questo momento il settore ha visto il consolidamento delle società che rappresentano circa il 70% dell’indotto, ma anche le large, medium e small cap sono interessanti, specie perché potrebbero essere oggetto di acquisizione nei prossimi anni da parte delle big companies.