Non sono giunte sorprese dal meeting della Bank of England, anche se molti analisti avevano messo in conto la possibilità di un taglio del costo del denaro da parte dell'istituto centrale britannico. Taglio che invece non c''è stato.
Cosa ha fatto la Bank of England
Con un voto favorevole di 7
consiglieri contro 2 (che la sforbiciata l'avrebbero voluta) il Monetary Policy Committee della Bank of England ha deciso di Iasciare i tassi di interesse allo 0,75%, là
dove si trovano da agosto 2018, quando la Banca centrale alzò i tassi di 25 punti base. La BoE ha inoltre mantenuto fermo anche il piano di Quantitative Easing da 435 miliardi di
sterline e gli acquisti di bond societari per 10 miliardi.
Chi sa come fare trading sul forex, ben comprende che la "non mossa" della BoE ha finito per soddisfare soprattutto chi credeva probabile un taglio dei tassi, spingendo così la sterlina sui mercati valutari. Il pound è infatti salito oltre quota 1,30 contro il dollaro. Ha pure preso quota contro l'euro, rispetto al quale ha vissuto un lungo rally da estate fino a inizio inverno.
Pesano inflazione e incertezze sul futuro
In quello che è stato l'ultimo meeting di politica monetaria per il governatore uscente Mark Carney, la Bank of England ha lasciato tutto fermo soprattutto per via dell'inflazione, che si conferma debole all'1,3% (il target è del 2%). Ma pesano anche le incertezza riguardo alla tenuta dell'economia mondiale (specie alla luce della diffusione del Coronavirus cinese), nonché quelle riguardo all'imminente Brexit, prevista a partire da domani 31 gennaio.
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Taglio dei tassi solo rinviato?
Il governatore Carney ha comunque tenuta aperta la porta da un eventuale ritocco futuro dei tassi, affermando che in occasione del meeting di marzo ci saranno molti più dati in
base ai quali "valutare meglio". La Bank of England prende tempo anche riguardo all'impatto del Coronavirus sull'economia mondiale, circa il quale sono in corso delle valutazioni
"da vicino, come stanno facendo tutti".
Infine sulla questione Brexit, la BoE ha chiarito che le sue previsioni sono fondate su uno scenario di divorzio ordinato, ma che comunque la Banca dovrà fare - nel corso
dell’anno - aggiustamenti in base all'evoluzione dei negoziati.