Mercato del turismo, danno da 1,6 miliardi a causa del virus cinese

Il mercato del turismo pagherà un conto molto salato a causa del coronavirus, tanto che molti lo pronosticano in ginocchio nei prossimi mesi. Il conto salato ammonterebbe a circa 1,6 miliardi di euro, secondo i calcoli di Assoturismo.

I danni del virus al mercato del turismo

mercato del turismoQueste stime sono peraltro fatte riguardo allo scenario più ottimistico. Il settore turistico italiano, punto nevralgico della nostra economia, potrebbe subire un calo del 30% delle presenze turistiche cinesi (circa 1,6 milioni in meno) e del 6% degli altri turisti stranieri (-11,6 milioni). La perdita totale di visitatori dovrebbe così giungere ad oltre 13 milioni. Il danno economico diretto sarebbe come detto di 1,6 miliardi di euro. Le regioni più colpite saranno il Lazio, la Toscana, il Veneto e la Lombardia, ovvero quelle zone che messe assieme intercettano oltre l’80% dei pernottamenti dei turisti cinesi.

La spesa in consumi dei turisti cinesi

Ma il mercato del turismo muove anche un indotto fortissimo. Basti pensare che un turista cinese in media può giungere a spendere circa 150 euro al giorno. Su un periodo di tre mesi e contando le presenze medie di turisti cinesi, siamo a circa 204 milioni di consumi. Peraltro, sottolineano le associazioni di categoria, si tratta di un valore molto sottostimato.

I danni nel lungo periodo

Purtroppo però la lista dei danni non finisce qui. Quelli discussi finora sono infatti soltanto i danni nel breve periodo, quelli connessi alla chiusura del traffico aereo con la Cina. Nel lungo periodo la cosa rimane altrettanto preoccupante, visto il mercato del turismo cinese nel nostro Paese aveva fatto registrare un trend crescente negli ultimi anni, e per il prossimo triennio si prevedeva una ulteriore crescita del 33%. Chiaramente, queste previsioni finiranno per andare in fumo.

Per questo motivo le associazioni di categoria chiedono che il Governo si impegni nel non diffondere un clima di psicosi collettiva, e di prendere ulteriori iniziative a difesa del mercato del turismo, come ad esempio far slittare al 2021 le celebrazioni dell’anno della cultura e del turismo Italia-Cina.