Il prezzo del grano all'Euronext sta cercando di rimbalzare, dopo essere scivolati al minimo di una settimana. A imprimere la discesa delle quotazioni è stata la previsione del governo degli Stati Uniti riguardo alle scorte mondiali record previste per la prossima stagione. Non solo, il clima ottimale renderà molto produttivo il raccolto in tutta Europa. E maggiore output significa prezzi più bassi.
La pressione sul prezzo del grano
Neppure una forte richiesta da parte dell'Algeria - il maggiore acquirente di grano dell'Unione Europea - è riuscito a sostenere i prezzi del grano. L'agenzia statale per i cereali dell'Algeria, OAIC, ha acquistato circa 500.000 tonnellate di grano macinato. Ieri però all'Euronext il contratto a settembre si è attestato a 184,00 euro (199,14 dollari) alla tonnellata, il livello più debole dal 5 maggio. Oggi invece c'è una ripresa fino a 186. Basta vedere la piattaforma di trading gratuita migliore per constatarlo.
Il dato shock sulle scorte
Come detto, una forte incidenza sul prezzo è stata determinata dalla previsione del Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati Uniti. L'USDA ha infatti proiettato le scorte mondiali di grano nel 2020/21 al di sopra delle aspettative del mercato, nonché a un livello record, aumentando anche le previsioni per le scorte 2019/20.
L'agenzia agricola FranceAgriMer ha aumentato la sua proiezione delle scorte francesi di grano tenero alla fine della stagione in corso a giugno a 2,9 milioni di tonnellate, da 2,6 milioni
stimati il mese scorso.
Inoltre sulla dinamica del settore agiscono anche le condizioni valutarie di euro, dollaro e delle valute di altri produtttori. Per comprendere questa iterazioni occorre dotarsi di una tabella correlazioni forex.
Meteo
Il mercato inoltre è stato messo sotto pressione dalle piogge attese in tutta Europa, che dovrebbero limitare lo stress delle colture dopo un avvio secco alla primavera, anche nei principali paesi esportatori del Mar Nero, Russia e Ucraina. La revisione al rialzo dell'offerta, nonché una domanda più debole da parte dei produttori di mangimi e di altri paesi dell'Unione europea, hanno superato un nuovo record nelle esportazioni previste al di fuori dell'UE.