Il mercato dell'auto ha subito un tracollo nel corso dell'anno passato, a causa della diffusione della crisi pandemica. Secondo gli ultimi dati sarebbero stati bruciati circa un quarto dei volumi. Secondo il Centro Studi Promotor, le immatricolazioni si sarebbero fermate poco sotto quota 12 milioni, tornando praticamente ai valori del 1994, 26 anni fa.
Il contraccolpo Covid sul mercato dell'auto
ACEA, ovvero
l’organizzazione europea che raccoglie le case automobilistiche, parla della riduzione più pesante nella storia del mercato dell'auto. A livello numerico sono stati venduti 4
milioni di veicoli in meno.
Questo bilancio drammatico del settore automotive non ha risparmiato nessun Paese, e ovunque le vendite sono state al di sotto delle medie mobili più usate.
Va precisato però che i diversi mercati della UE sono stati colpiti in misure differenti. Il picco negativo è stato raggiunto in Croazia, dove le immatricolazioni sono
crollate del 42,8%. Meglio di tutti ha resistito la Germania dove le immatricolazioni sono calate del 19,1%. L'Italia ha avuto una perdita del 27,9%.
Il calo avuto dai diversi player
A livello di singoli player del mercato dell'auto, il leader europeo Volkswagen ha perso il 21,7% delle immatricolazioni, pur ampliando la propria quota di mercato al 25,4%. Tra
gli operatori maggiori, quello che accusa la perdita percentuale più grande è Ford, che nel corso dell’anno ha bruciato il 31,7% di immatricolazioni.
Non è andata meglio ai due marchi che hanno appena dato vita alla neonata Stellantis: calo nell’anno del 26% per Fca e del 30,3% per il Gruppo Psa.
Che 2021 sarà?
Se il 2020 è stato pessimo per il mercato dell'auto, le prospettive per il 2021 non sono entusiasmanti. Infatti la pandemia non è stata ancora sconfitta, ed anzi
nuovi lockdown si stanno concretizzando in tutta Europa. Peraltro presto verranno meno anche le importanti misure di sostegno della domanda, non rinnovate nell’anno in corso.
Questo significa che le vendite potrebbero ancora rimanere nel discendente canale di Donchian channel.
Il riferimento è in special modo per quegli incentivi alla mobilità elettrica, che ha visto crescere la sua quota di mercato. Ciò soprattutto in Germania e il Regno Unito, dove i
veicoli a emissioni quasi zero hanno superato il tetto del 10%.