Azienda in crisi, l'intesa sul salvataggio di Alitalia è un percorso in salita

La patata bollente del salvataggio di Alitalia è nelle mani di Draghi. Il nuovo premier deve riuscire a ottenere un via libera da Bruxelles per il piano di salvataggio dell'azienda. Ma il cammino è irto di difficoltà e Draghi non intende arrivare a un braccio di ferro con Bruxelles.

La situazione delicata attorno all'azienda

azienda alitaliaIl premier italiano sta stringendo i tempi con i ministri coinvolti (Finanze, Sviluppo, Lavoro e Trasporti) e avrebbe anche parlato con la commissaria europea alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Si fa di tutto per arrivare davanti alla UE con un piano che venga probabilmente accolto, perché salvare l'azienda di trasporti è vitale
Per questo motivo si vuole trasmettere a Bruxelles un messaggio di discontinuità con il passato.

Il piano per salvare Alitalia

Il piano di salvataggio dovrebbe ridisegnare l'azienda spacchettandola in pezzi. La aviation verrebbe ceduta a Ita, la nuova compagnia aerea nazionale che nasce con la newco da 3 miliardi (ma si pensa sarebbero ridotti a 2 se non a uno soltanto). L'attività di manutenzione, servizi di terra e programma fedeltà resterebbero al commissario per essere sottoposte a gara.


La newco ITA dovrebbe far nascere una compagnia aerea più piccola (43-45 aerei, 2.500-3.000 dipendenti). Proprio per via delle dimensioni, nascerebbe il problema di conservare tutti gli slot dell'aeroporto di Linate, quello dove Alitalia è in maggioranza rispetto ai concorrenti. Il fatto è che una volta persi, sono difficili da riconquistare. Ecco perché l'azienda probabilmente dovrà fare qualche concessione.

Il ruolo dei sindacati

E' chiaro che se un problema grosso è ottenere il benestare di Bruxelles al piano di salvataggio dell'azienda, un altro bel problema è sul fronte interno alla compagnia: ai sindacati il piano non piace. Pur aspettandosi un bagno di sangue, cercheranno di tutto per ostacolare i tagli massicci.

Anche all'interno delle stesse sigle emergono divergenze di vedute. A cominciare dalla chiara contrapposizione tra organizzazioni dei lavoratori e quelli dei piloti e naviganti, ognuna delle quali cerca di tirare acqua al proprio mulino.
Tutto questo spaventa, se si riflette sul fatto che già due volte proprio i sindacati hanno impedito che un piano arrivasse alla conclusione.