Wall Street corre ai ripari: lo stress dei dipendenti lo pagano anche le aziende

Lavorare a Wall Street era il sogno di coloro che oggi effettivamente ci lavorano. Il tempo ha però fatto capire loro che il prezzo da pagare per essere parte dell'elite di investitori è carissimo. Tensioni continue, un lavoro da portare avanti sempre sotto pressione, ritmi incessanti. Tutti fattori che finiscono infatti per far schizzare i livelli di stress.

Lo stress da Wall Street

wall streetGeneralmente le persone che operano a Wall Street sono considerate dei duri, ma anche i duri hanno un corpo a cui devono rendere conto, un fisico che prima o poi si piega. Molti di loro sperano di andare avanti grazie alle tasche piene di antidepressivi e pillole per i consumi più disparati.

Un danno anche per le aziende

Le grande società di Wall Street hanno però capito che la situazione non può continuare di questo passo. Ma non solo per il benessere dei propri dipendenti, ma perché hanno compreso che lo stress finanziario dei lavoratori non è un problema soltanto loro. Diversi studi hanno infatti evidenziato che lo stress comporta anche una spesa notevole per i datori di lavoro. Incidono infatti sull'impegno dei dipendenti, sulle prestazioni e possono provocare assenteismo. Centinaia di migliaia di dollari in bilancio, un argomento molto convincente.

 

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Le contromisure

Anche per questo - complice la pandemia - Wall Street sta provando ad adottare contromisure per preservare i suoi dipendenti.
Lo smart-working, che veniva visto come un'arma efficace, non sembra però aver fatto centro. Anzi, molti analisti di Goldman Sachs hanno denunciato (internamente) i vertici perché di fatto erano costretti a lavorare per quasi 20 ore al giorno, la maggior parte del tempo passata facendosi una overdose di teleconferenze.


Per evitare lo stesso problema, Citigroup ha definito dei rigidi paletti per evitare l'iper-stress. Ad esempio, vietando chiamate e videoconferenze di venerdì. Ma anche dichiarando il 28 maggio come “Reset day”: un giorno intero senza utilizzare alcunché di digitale, pensando solo se stessi e ricaricando le pile.
Ma basterà? Lo scopriremo solo una volta che la crisi sanitaria sarà alle spalle.