Lavoro, Istat rileva una crescita dello 0,7% delle retribuzioni. Ma 10mln di dipendenti sono in attesa del rinnovo del contratto

Come accade periodicamente, l'Istat ha fornito un quadro della situazione del mercato del lavoro in Italia. Sono infatti stati rese note le rilevazioni riguardo alla retribuzione oraria e alla contrattazione del lavoro.

Gli ultimi dati sul lavoro

lavoroPer quel che riguarda la retribuzione, nel corso del primo trimestre del 2021 è stata registrata una crescita modesta, pari allo 0,7% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Rispetto al mese di febbraio, l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è rimasto immutato mentre è aumentato dello 0,6% rispetto al mese di marzo dello scorso anno.

Per quanto riguarda l'aumento tendenziale della retribuzione da lavoro, sono i dipendenti dell'industria ad aver avuto il maggiore incremento. E' stato infatti pari allo 0,9%.
Poco sotto la media invece è stato l'incremento per i dipendenti dei servizi privati. Chi invece non ha avuto alcuna variazione di retribuzione, sono i lavoratori pubblici.

Settori e retribuzioni

Per quanto riguarda i settori operativi, l'aumento I tendenziali maggiore è stato registrato nel credito e nelle assicurazioni (+2,0%). In forte crescita anche l'aumento nei settori del legno, carta e stampa (+1,8%) e dell’edilizia (+1,6%). Se alcune aree del mercato del lavoro hanno potuto sorridere, altre invece non hanno potuto farlo. Infatti non c'è stato nessun incremento per i settori del tessile, dell’abbigliamento e lavorazione pelli, delle industrie chimiche, del commercio, delle farmacie private, delle telecomunicazioni e della pubblica amministrazione.

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Troppi lavoratori con contratto scaduto

Riguardo invece alla situazione contrattuale, Istat evidenzia che quasi 10 milioni di lavoratori hanno un rapporto di lavoro che viene regolato da contratto scaduto. Per la precisione, si tratta di 43 tipologie di contratti che a fine marzo 2021 sono in attesa di rinnovo, e che coinvolgono 9,7 milioni di soggetti. Si tratta comunque di 300 mila lavoratori in meno rispetto al dato di fine dicembre.