Tasse, impennata nell'ultimo decennio: +46 miliardi

Se pronunci la parola "tasse" a un italiano, gli vengono i brividi. Siamo tra i cittadini più tartassati d'Europa, e alcuni dati resi noti dagli organi di categoria dei commercialisti, evidenziano la portata del problema.

Un decennio di tasse

tasse-redditoNell'ultimo decennio infatti, le famiglie italiane hanno visto calare il potere di acquisto a causa di uno squilibrio tra la crescita del PIL e quella del carico fiscale. Mentre il prodotto interno lordo dal 2011 al 2020 è salito di 2,8 miliardi, il carico delle tasse è cresciuto di 46 miliardi.
Sul risultato incidono due aspetti. Anzitutto la perdurante congiuntura economica negativa del decennio passato, innescata dalla crisi del 2007-2009, che ha spinto al ribasso i guadagni. Secondo i calcoli, il reddito medio in termini reali è sceso dell’8,3% del suo valore. Nell'ultimo anno poi c'è stata una sorta di mazzata definitiva, provocata dalla pandemia.

Molte famiglie sotto la soglia della povertà

L'effetto combinato di questi due fattori, ha provocato nell'ultimo anno una forte crescita del numero di famiglie che sono finite al di sotto della soglia della povertà. Si tratterebbe di 330mila famiglie in più rispetto a quelle che c'erano prima che scoppiasse la pandemia.
Il problema è che mentre molte famiglie vedevano precipitare la solo situazione economica, il peso delle tasse non si è ridotto. In certi casi, si è soltanto spostato nel tempo.
Sempre secondo i commercialisti, lo scorso anno la pressione fiscale generale è stata pari al 43,1%. Una crescita di 0,7 punti di Pil, mentre quella specifica delle famiglie, pari al 18,9%, è cresciuta di 1 punto di Pil.

Lo squilibrio Nord-Sud

C'è poi un altro aspetto da considerare, ossia la situazione di squilibrio che c'è tra le diverse aree del Paese.
Se in generale il reddito medio in termini reali ha perso l’8,3% del suo valore, tra Nord e Sud è aumentato il divario retributivo medio. Siccome sono tutti soggetti al peso dell’Irpef, il conto per alcuni diventa salatissimo a causa degli squilibri macroeconomici e di finanza pubblica del nostro Paese.