Il dollaro canadese non si indeboliva così tanto da 5 mesi a questa parte. Colpa della combinazione di due fattori. Il primo è il clima di avversione al rischio che si respira sui mercati a causa del Covid. Il secondo è il calo brusco dei prezzi del petrolio, che è una delle principali esportazioni del Canada (che è il quarto produttore mondiale).
Cosa succede al dollaro canadese
Il cambio USD/CAD è arrivato
a livelli che non si vedevano dallo scorso febbraio, a quota 1,278. Il prezzo è anche del 6,50% al di sopra del livello più basso di quest’anno, come si nota guardando il grafico su una
piattaforma forex italiana.
Il dollaro canadese, che era stata una delle valute più performanti tra le economie avanzate per la maggior parte del primo semestre, ha ora cancellato la maggior parte dei
guadagni realizzati quest'anno.
Adesso il grafico giornaliero mostra che il cambio USD/CAD ha una forte tendenza al rialzo. Ha oltrepassato le medie mobili a 50, 100 e 200 giorni, segnalando che i rialzisti
hanno il controllo.
Suggerimento operativo: per fare investimenti su valute in modo efficace, può essere utile conoscere come funziona Indicatore momentum trading.
Driver: Covid
Il primo fattore ribassista per il dollaro canadese è l'umore che si respira sui mercati. L'aumento dei casi di coronavirus in tutto il mondo ha sostenuto un
sentimento generale di avversione al rischio sui mercati globali.
Di questa situazione ne hanno beneficiato le valute rifugio, come lo Yen giapponese, il franco svizzero e lo stesso dollaro americano.
Il petrolio come fattore ribassista
E poi c'è l'altro fattore ribassista, ovvero l’ultimo accordo OPEC+. Il cartello ha concordato di aumentare la produzione di 400.000 barili al giorno. Due
settimane fa era stata fatta una prima riunione che non aveva raggiunto l'intesa, innescando un rialzo dei prezzi. Stavolta è successo l'opposto, anche perché mentre l'OPEC+ decideva di aumentare
gradualmente l'offerta, la variante delta Covid ha intravedere un possibile calo della domanda.
Ciò è dovuto principalmente al fatto che nazioni come Australia, Thailandia e Francia hanno iniziato a pensare a nuovi lockdown.