Economia europea, il monito di Lagarde: “Prospettive fosche, servono diversi rialzi dei tassi”

Se non si era ancora capito, l'economia europea sta messa molto male. Lo ha ribadito in modo schietto il presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, in audizione davanti al Parlamento europeo.
Secondo il capo della Eurotower le prospettive sono "sempre più fosche", mentre continuano a farsi sentire le ricadute della guerra in Ucraina.

Cosa succede all'economia europea

bce lagardeIl primo problema che affligge l'economia europea è l’inflazione, che rimane "di gran lunga troppo elevata" e inoltre ci si aspetta che "si mantenga al di sopra dell'obiettivo per un protratto periodo di tempo".

 

Per questo motivo, Lagarde preannuncia che serviranno altre mosse restrittive da parte della BCE nelle prossime riunioni del Consiglio direttivo.

Al momento non si può formulare una previsione precisa sul programma di aumento. Lagarde precisa infatti che le mosse da fare verranno valutate "in maniera regolare", in base ai dati macro che arriveranno di volta in volta.
L'obiettivo rimane comunque quello di contenere l’inflazione, ed evitare il rischio di un persistente aumento delle aspettative di crescita dei prezzi.

L'invito di Lagarde

Per evitare che l'inflazione diventi un fardello sempre più pesante per l'economia europea, Lagarde chiede ai governi che i provvedimenti di sostegno alle famiglie contro l’impatto del caro energia siano “temporanei e mirati. Se così non dovesse essere, allora l'inflazione verrà ulteriormente alimentata e diventerà più difficile per la politica monetaria cercare di contenerla.

 

Niente misure a pioggia o generalizzate, ma soltanto interventi che siano volti ad aiutare chi ne ha maggiormente bisogno. E qui scatta la critica: "purtroppo quelle che vedo sono più generalizzate che mirate".

Lo scudo fiscale

Infine, Lagarde ha fatto riferimento al nuovo scudo antispread della Bce (Tpi). Ha chiarito che questo strumento non è concepito per uno specifico Paese (chiaro il riferimento all'Italia), ma è stato creato per tutta l’Eurozona per assicurare un’appropriata trasmissione della politica monetaria in tutti i Paesi dell’area euro.