La scorsa settimana le riunioni delle banche centrali hanno dominato la scena, catalizzando l'attenzione dei mercati finanziari. In questi giorni invece l'inflazione tornerà alla ribalta.
Dalle banche all'inflazione
Nonostante la recente turbolenza sul fronte bancario, Fed e Bank of England (che sono stati il clou del calendario economico) hanno aumentato i
tassi di interesse. Ma entrambi hanno mostrato l'intenzione di essere più morbidi sul fronte della politica monetaria, per evitare altre ripercussioni sgradite.
Ma l'inflazione lo consentirà?
Dati sui prezzi e mercati finanziari
L'evento più atteso è il rilascio del report sull'inflazione PCE negli Stati Uniti. Si tratta del dato preferito dalla banca centrale, per valutare la tensione che c'è sul lato
dei prezzi. La pubblicazione è in calendario per la giornata di venerdì.
Il PCE core è aumentato dello 0.6% a gennaio ed è cresciuto del 4.7% da un anno fa. L’inflazione headline è aumentata rispettivamente dello 0.6% e del 5.4%,
superando le aspettative del consenso e sottolineando il difficile compito della Fed di alzare i tassi.
Il valore del PCE si ripercuoterà sul dollaro, che attraversa una fase di fiacca. Il Dollar Index è sceso sotto 104 (usando i Plus500 spread) e se l'inflazione PCE dovesse andare in rallentamento oltre le attese, metterebbe le basi per una risalita dell’EUR/USD, con gli operatori che vedrebbero confermate le loro aspettative sull’avvicinamento al picco dei tassi Fed.
Anche l'Europa fa i conti con i prezzi
L'inflazione sarà importante anche in Europa. Verranno rilasciati i dati in Germania, Spagna e Italia nel corso di questa settimana. Nei giorni addietro, la presidente BCE Christine Lagarde ha dichiarato che l’inflazione rimane troppo elevata e che la banca centrale non ha “assunto alcun impegno per alzare ulteriormente i tassi ...ma non ha neanche finito con i rialzi”.
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Altri eventi
Tra gli altri appuntamenti macroeconomici di interesse ci sono sono il dato sulla fiducia delle imprese IFO in Germania, e quelli sulle vendite al dettaglio nel Regno Unito, i dati sulle richieste di disoccupazione USA e quelli finali sul Pil USA del quarto trimestre 2022.
E poi grande attenzione sarà data anche al meeting di politica monetaria della Bank of Japan, il primo sotto la guida del nuovo governatore Ueda, che dovrebbe
segnare un cambio di rotta rispetto a Kuroda.
Lo Yen rimarrà sensibile agli ultimi dati sull'inflazione della terza più grande economia al mondo (IPC core della BoJ ha raggiunto il 3.1% un mese fa, ma l’IPC core nazionale ha
superato il 4%).