Economia europea, segnali contrastanti e rischio stagnazione

Gli ultimi dati macroeconomici riguardanti l'andamento dell'economia Europea sono stati a tinte miste. Tuttavia emerge il concreto pericolo che ci stiamo avvicinando ad una fase di stagnazione.

I pericoli che corre l'economia Europea

economia europaA luglio la buona notizia è arrivata dalla fiducia dei consumatori, il cui indice ha evidenziato una ripresa in concomitanza con il calo del tasso di inflazione. Anche se la fiducia dei consumatori non ha raggiunto ancora la sua media di lungo periodo, ci si sta avvicinando a grandi falcate.

 

Inoltre il livello della disoccupazione rimane molto basso, come non si vedeva da decenni. Segnali positivi quindi per l'economia Europea, anche perché con il crescere della fiducia e l'incremento dei salari reali (grazie alla discesa dei tassi di interesse) potrebbero crescere anche i consumi privati.

I fattori di incertezza dal lato delle imprese

Quello che però lascia meno tranquilli e l'andamento degli indici PMI, che hanno evidenziato una stagnazione per l'economia europea nel terzo trimestre. Tanto nel settore manifatturiero quanto in quello dei servizi, gli indici dei responsabili degli acquisti sono scesi in maniera significativa. Chiaramente, anche il PMI composito ha finito per scendere e adesso si trova a 50,1, ossia la soglia che separa la fase di espansione da quella di contrazione dell'economia.


Le notizie che giungono dal settore imprenditoriale quindi sono abbastanza deludenti e inducono a mantenere una certa cautela riguardo alle previsioni future.

Brillano il Sud e le zone periferiche

La cosa interessante circa l'andamento recente dell'economia Europea è la forte sovraperformance che sta riguardando i paesi del Sud e quelli più periferici rispetto agli altri. La stabilità politica e le riforme portate avanti in paesi come la Grecia, Portogallo e Cipro hanno consentito di vivere una dinamica economica molto favorevole.


Al contrario, le turbolenze politiche di paesi di primo piano come Francia e Germania hanno indotto un certo pessimismo riguardanti le loro economie. L'indice IFO tedesco ad esempio è significativamente più basso rispetto  al trimestre precedente. Anche l'indice francese INSEE ha avuto una dinamica analoga.