Giornata negativa per le Borse Europee, che chiudono in rosso e aspettano diversi dati macro fondamentali (soprattutto i Non Farm payrolls di venerdì) in vista della riunione della Federal Reserve della prossima settimana. Intanto l'indice ISM americano ha deluso e aspettative, innescando molto nervosismo tra gli investitori in vista del report sull’andamento del mercato del lavoro Usa, che verrà reso noto venerdì.
La giornata degli investitori
A Piazza Affari, il Ftse Mib termina in flessione dell’1,3% a 33.863 punti. Sulla stessa linea, vendite sul FTSE Italia All-Share, che chiude la giornata a 36.007 punti. Pesante il FTSE Italia Mid Cap (-1,59%); con analoga direzione, depresso il FTSE Italia Star (-1,6%).
Anche nel resto d'Europa le cose sono andate male: danni superiori all’1% ad Amsterdam -1,29% e Madrid -1,06%, frazionali ribassi a Parigi -0,93%, Francoforte -0,89% e Londra
-0,8%.
Neppure Wall Street si salva da una giornata nera, e la riapertura dopo la festività di ieri è contraddistinta dal segno meno.
I migliori e peggiori di Milano
Le vendite da parte degli investitori si sono concentrate soprattutti sui titoli oil e bancari. Saipem è il peggiore titolo del giorno (-7%), malissimo anche Iveco Group (-4,9%)
e Stm (-4,6%).
In rosso profondo le banche: Pop di Sondrio -3,15%, Banco Bpm -3,02%, Bper -2,85%, Unicredit -1,99% e Intesa -1,64%.
In controtendenza Brunello Cucinelli (+2,8%), resistono anche Terna (+0,8%) e Snam (+0,4%).
NB. Per l'analisi tecnica dei titoli azionari, molti investitori apprezzano il williams percent range %R indicatore.
Gli altri mercati
Sul fronte valutario, il cambio euro/dollaro si riduce a 1,104 mentre il dollaro/yen scivola a 145,8 dopo che il governatore della Bank of Japan, Ueda, ha ribadito l’intenzione di alzare i tassi se l’economia continuerà a muoversi nella direzione prevista (molti hanno approfittato di questo scenario per utilizzare tecniche di scalping 5 minuti).
Tra le commodities, spicca il calo del petrolio in scia ai timori per la domanda e la prospettiva di un aumento dell’offerta. L’oro intanto si deprezza a 2.480 dollari
l’oncia.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund si amplia a 146 punti base, con il decennale italiano al 3,73% e il benchmark tedesco al 2,27%.