Competenze non sfruttate sul lavoro. I laureati in materie scientifiche trovano impieghi sottoqualificati

Un'indagine del tandem Bocconi-Jp Morgan, mette in evidenza come sia molto complicato in Italia trovare impieghi adeguati alle proprie competenze, a maggior ragione per chi esce da un percorso di studi di carattere scientifico (A proposito di lavoro, oggi è stato diffuso un dato sulla crescita di posti per badanti uomini).

I risultati dall'indagine sulle competenze

L'indagine prende il nome di "New skills at work", ed evidenzia una difficile transizione tra scuola e lavoro, per lo più dovuta al fatto che le competenze che si acquisiscono a livello teorico poi non sono corrispondenti alle competenze effettive che servono sul posto di lavoro, perché nella maggior parte dei casi il mercato del lavoro non le sfrutterà.

 

Bisogna quindi lavorare molto sulle qualifiche formali richieste dal mercato del lavoro. La percentuale di quelli che lavorano in posizioni non adatte al loro titolo di studio è alta. L'over-skilling è maggiormente diffuso tra i laureati (19,6%), specialmente se sono in materie scientifiche, tecnologiche, ingegneristiche e matematiche (30%)  perché la struttura produttiva italiana propone impieghi poco qualificati, che non consentono l'utilizzo e il mantenimento delle competenze.

 

«Questa ricerca - dicono dalla Jp Morgan - fa comprendere le problematiche del mercato del lavoro in Italia. Servono programmi di formazione professionale di alta qualità che possano contribuire a ridurre l'elevata disoccupazione».