Lavoro, il settore dell'editoria ha bruciato 4500 posti in 5 anni

Se il quadro dell'occupazione in linea di massima non è brillante in Italia, c'è un settore dove la situazione è davvero drammatica. Parliamo dell'editoria, che secondo le ultime rilevazioni negli ultimi anni ha bruciato soldi e posti di lavoro. Secondo il Focus Mediobanca sul settore, i principali gruppi editoriali italiani hanno accumulato perdite per 2 miliardi, hanno visto il loro fatturato ridursi del 32,6% (ovvero di 1,8 miliardi di euro) e bruciato circa 4.500 posti di lavoro.

Analisi impietosa sull'editoria e il lavoro

L'analisi è stata condotta sui 9 gruppi editoriali maggiori: Mondadori, Rcs, L'Espresso, Il Sole 24 Ore, Monrif, Caltagirone Editore, Itedi (ex Editrice La Stampa), Cairo Editore, Class Editori. Di questi, solo Cairo Editore e L'Espresso hanno prodotto utili sul fatturato.

 

A causa del calo delle vendite (la diffusione dei quotidiani, ad esempio, è scesa del 33% nell'ultimo quinquennio) il giro d'affari è sceso drasticamente, passando da 5,7 miliardi (2011) a 3,9 miliardi (2015). Anche gli investimenti si sono più che dimezzati nell'ultimo quinquennio, passando dai 64 mld del 2011 ai 29 mld del 2015. In cinque anni, sono stati investiti 35 mld in meno (-55%).

 

Assieme al declino dei conti, ci sono state delle forti ripercussioni sul mondo del lavoro. Nel 2011 si contavano 17.645 dipendenti, mentre nel 2015 sono scesi a 13.090. Sono quindi stati bruciati oltre 4500 posti di lavoro. I tagli più consistenti sono stati in Rcs (-2.228) e nel gruppo Il Sole 24 Ore (-726). Solo Cairo ha creato occupazione (+26 unità). Il calo nel 2015 è stato del 2,6% sul 2014.