Finanza: Trump mette pressione al Brasile con la minaccia protezionista

E' stata un'altra settimana complessa per il Brasile. Da quando è stato eletto Donald Trump alla Casabianca, il paese sudamericano è finito sotto pressione per via del rischio di un ritorno alla politica protezionista da parte degli Usa, così come promesso dal nuovo presidente. Al momento però sul piano commerciale non è che la situazione sia cambiata, ma i timori che possa esserci una virata ci sono. 

Usa-Brasile e le ripercussioni sulla finanza

Quando è stato eletto Trump, i mercati hanno reagito malissimo, tanto che sulla base dei dati IG markets sappiamo che il Real brasiliano ha finito per deprezzarsi del 7% in soli tre giorni (vedi qui IG markets opinioni). Questo ha obbligato la banca centrale brasiliana a intervenire sul mercato a vista e su quello dei derivati, generando un contraccolpo in borsa che ha perso quasi l’8 per cento.

 

Al momento inoltre, i segnali di trading gratuiti spingono ancora verso un rialzo del cross Usd-Brl.

 

In realtà, le preoccupazioni maggiori non vengono tanto dalle possibili misure protezioniste di Trump, perché il peso del commercio estero sul PIL brasiliano è tutto sommato contenuto (25%), quanto dalle probabili turbolenze che si genererebbero sui mercati finanziari. Gli investitori internazionali potrebbero infatti disimpegnare i loro capitali dal Brasile, dirottando la propria liquidità verso gli Usa.

 

Si creerebbe però un bel problema, dal momento che il Brasile, che ha tradizionalmente un basso tasso di risparmio, non avrebbe le risorse sufficienti per finanziare gli investimenti necessari a avviare la ripresa economica. Un deprezzamento della valuta inoltre, renderebbe vani gli sforzi della banca centrale di allentare le condizioni monetarie, con ripercussione sull'inflazione. Inoltre il complicarsi del quadro finanziario avrebbe delle ripercussioni anche sulla già tenue ripresa della domanda interna.