Rublo, guadagni super in un anno sul dollaro. Adesso Mosca vuole frenare

Ci avviamo verso la conclusione di gennaio, e ci sono ottime possibilità che anche il primo mese del 2017 si muova per il cross dollaro-rublo, sulla stessa falsariga di quello che sta accadendo ormai da un anno. Anche se negli ultimi giorni della settimana appena finita c'è stato un lieve recupero del biglietto verde, il bilancio di gennaio finora premia la valuta russa, con un -2,35% sul cross Usd-Rub.

Dollaro, petrolio e rublo

Se allarghiamo il nostro orizzonte temporale di un anno, vediamo che da gennaio 2016 a gennaio 2017, il recupero del rublo nei confronti della valuta americana raggiunge addirittura il 23,53%. Siamo passati a un cambio di 59,77 contro il dollaro secondo i dati IG markets, quando eravamo a quota 81 dodici mesi fa (vedi qui Igmarkets opinioni). 

 

Se osserviamo le quotazioni del petrolio, si può notare che il percorso del rublo ha seguito quello dell'oro nero, che non a caso sono raddoppiate più o meno nello stesso arco di tempo, dopo aver toccato i minimi dal 2003 nel gennaio dello scorso anno. Attualmente il Brent quota a 55,51 dollari, mentre il WTI a 53,26 (per scoprire a quanti euro corrispondono, potete utilizzare un convertitore del cambio dollari euro).

Del resto, il greggio rappresenta una componente fondamentale delle esportazioni russe (oltre il 60%), al quale si legano quindi le entrate statali. E di conseguenza l'economia russa nel suo complesso ha beneficiato dell'aumento del prezzo del greggio. Si parla di un beneficio di +2% dle PIL. 

 

Dal punto di vista monetario, Mosca mira a ottenere un rublo più debole. Questo perché una valuta troppo forte (tale è ritenuta se sotto i 63-65 dollari, come adesso) diminuisce i ricavi in dollari delle esportazioni petrolifere. Ecco perché l'obiettivo del governo russo è quello di porre un argine ai guadagni. Intanto però la Banca di Russia dovrebbe allentare la politica monetaria già verso febbraio, abbassando i tassi di riferimento che adesso sono al 10%, mentre l’inflazione a dicembre è scesa al 5,4%. Un taglio potrebbe sia sostenere i prezzi dei bond, sia indebolire il rublo sui mercati.