Borse mondiali, avvio super nel 2017. Capitalizzazione salita di 4800 miliardi di dollari

Le Borse sorridono. Dall'inizio del 2017 infatti hanno guadagnato circa 5mila miliardi. E' stato quindi un trimestre da mettere in cornice e guardare nei periodi buio che verranno in un futuro che si spera lontano. Tra quelle più importanti al mondo, soltanto la borsa di Tokyo ha chiuso i primi 3 mesi del nuovo anno con il segno negativo (-1%), mentre le principali Borse del pianeta hanno incrementato il proprio valore.

 

Complessivamente la capitalizzazione è salita di ben 4.800 miliardi di dollari. In realtà la crescita era cominciata anche prima. Dopo l'elezione di Trump infatti c'era stato uno scatto in avanti. Dallo scorso novembre l’azionario ha incrementato il valore di 7.200 miliardi. Un valore che è equivalente all'interno prodotto interno loro di Giappone e Italia messi insieme.

Com'è andata in Italia la Borsa

borseQui da noi le cose sono andate benissimo. Grazie al recupero dei titoli bancari il Ftse Mib addirittura risulta essere quello più performante tra i big mondiali dal giorno dell'elezione di Trump a novembre. Ha infatti registrato un aumento del 25,5%. Al secondo posto c'è Francoforte (+20%), segue a ruota Madrid (+19%). Piazza Affari addirittura doppia Wall Street, che si ferma al +13%. Se consideriamo la performance del primo trimestre del 2017, Francoforte (+7,2%) supera di poco Milano (+6,5%). Il listino tedesco si sta avvicinando sempre di più al suo record storico di 12.374 punti (aprile 2015).

 

A dare impulso alle altre classi di investimento ci ha pensato il dollaro americano. L’andamento del biglietto verde è stato altalenante. Da Trump in poi è cresciuto su scala globale, ma da gennaio in poi invece c'è stato un calo del 2% perché l'iniziale ipotesi dei 4 rialzi del tasso di interesse nel 2017 ha fatto posto a una prospettiva molto più prudente. Al momento gli investitori scontano il prossimo rialzo a giugno e un altro entro la fine dell’anno.

 

Inoltre osservando i bond si capisce che gli investitori sono preoccupati dalle aspettative di crescita nel lungo periodo. Il rendimento dei Treasury a 30 anni e quello a 5 anni presenta uno spread intorno ai 100 punti, più o meno quello che c'era ad autunno 2008. Zona crisi. Va detto poi che il petrolio ha vissuto un trimestre nero, durante il quale il Brent ha perso il 7,4% mentre l'oro ha guadagnato l’8,2%, chiudendo uno dei suoi migliori quarti. C'è voglia di bene rifugio quindi.