Brexit, ancora distanza tra Bruxelles e Londra sulla questione degli accordi

L'Unione Europea manda un altro messaggio chiaro e forte alla Gran Bretagna: un eventuale futuro accordo di libero scambio tra Londra e Bruxelles dovrà essere necessariamente preceduto da un'intesa sul divorzio, altrimenti ognuno vada per la propria strada. Proprio nelle stesse ore, la premier britannica Theresa May, che in passato si era detta pronta a divorziare addirittura senza accordo, allentava invece la presa sulla questione della libera circolazione delle persone, dimostrandosi molto più accondiscendente.

UE e Londra ancora distanti sulla Brexit

Il 29 marzo scorso, la Gran Bretagna ha ufficialmente notificato di voler lasciare l’Unione dopo 44 anni di partecipazione alla costruzione europea. In sede Europea, il Parlamento ieri ha approvato una risoluzione dove vengono enunciati i punti chiave nel negoziato tra Londra e Bruxelles (che dovrebbe cominciare prima dell'estate), in special modo relativamente ai diritti dei cittadini europei e il rispetto degli impegni finanziari presi dalla Gran Bretagna nei confronti dell’Unione. La risoluzione è stata approvata con 516 voti favorevoli contro 133 contrari (50 astenuti).

 

Secondo il Parlamento europeo, la volontà di Londra di discutere in parallelo sul divorzio e sul futuro partenariato è molto rischiosa, occorrono invece due dialoghi separati e in tempi differenti. La prima fase dovrebbe invece essere dedicata solo a raggiungere un'intesa sui principi dell’uscita. Il Parlamento europeo ha sottolineato che un accordo di libero scambio tra UE e Regno Unito dovrà rispettare gli standard ambientali, sociali e fiscali dell'Unione. Non solo: la Gran Bretagna dovrà anche abolire i paradisi fiscali nei Caraibi, come le Isole Cayman o le Isole Vergini.

 

Intanto il clima di distensione non è aituato di certo dalle parole dell'ex leader di Ukip, Nigel Farage: "Avete già patto una serie di richieste che non solo sono irragionevoli, ma in alcuni casi anche impossibili da rispettare per il Regno Unito. Vi state comportando come la mafia. Pensate che noi siamo un ostaggio. Siamo liberi di andare”. Un'uscita che è stata censurata dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani.