Imprese italiane e digitalizzazione: il 54% ha cominciato a farlo

La digitalizzazione delle imprese italiane è un percorso avviato, anche se non ancora a pieno ritmo. Ed è chiaro che con l'avanzare del percorso, si moltiplicano gli studi per comprendere se questo e in che misure questo processo avrà ripercussioni sul mondo del lavoro nelle nostre imprese.

Secondo il report "Digital Economy and Society Index 2017 (DESI)", ovvero l’indice che valuta lo stato di avanzamento dei Paesi dell’UE verso un’economia e una società digitali, l'Italia è una delle peggiori del Vecchio Continente. Tra gli Stati membri infatti siamo soltanto al 25esimo posto su 28.

La cosa interessante però è che i datori di lavoro italiani sono - tra quelli della UE - coloro che si aspettano il maggior incremento di nuovi posti di lavoro, stimato tra il 31 e il 40%, grazie alla "quarta rivoluzione industriale" (in Francia, Finlandia, Germania, Svezia e Svizzera ritengono che l'incremento occupazionale stimato non andrà oltre il 9%).

Efficienza e lavoro nelle imprese

Da dove deriva questo ottimismo? Secondo l'ultimo studio redatto dal Digital Trasformation Institute di Capgemini la digitalizzazione potrebbe portare ad un incremento dell'efficienza pari al 27%, tradotto in soldoni: 500 miliardi di euro. Le imprese italiane sarebbero convinte che il beneficio non deriverà da una riduzione dei posti di lavoro (e quindi dei costi) ma dal miglioramento delle competenze dei propri dipendenti, riducendo le inefficienze.

 

A conferma di ciò, c'è il fatto che il 54% degli intervistati ha dichiarato di aver inserito i propri dipendenti in percorsi di formazione digitale. Un'altra fetta sostanziosa, ovvero il 44% sta investendo in nuove forze di lavoro già formate in ambito digitale. C'è anche da sottolineare la convinzione che una maggiore digitalizzazione garantirebbe un impatto positivo sulla competitività delle aziende, sia dal punto di vista dell’internazionalizzazione sia dal punto di vista occupazionale e produttivo.