Impieghi bancari in crescita. Salgono i prestiti alle famiglie

Il quadro che emerge dall'ultimo Bollettino di Bankitalia dipinge un settore del credito che cresce ma che ha ancora tanti motivi di afflizione. L'espansione dipende soprattutto dai prestiti alle famiglie, e tuttavia anche per quanto riguarda i finanziamenti alle aziende qualcosa si muove. C'è però un andamento differente a seconda del settore in cui operano le imprese. I prestiti col maggiore tasso di crescita si hanno nei servizi, si hanno incrementi anche nella manifattura, mentre invece va male il settore delle costruzioni.

 

Per quanto riguarda il grosso problema dei crediti in sofferenza, la situazione è leggermente migliorata soprattutto grazie alla più favorevole fase congiunturale. In special modo, le nuove sofferenze viaggiano a ritmi che si vedevano solo prima dello scoppio della crisi 2008. Il problema è gestire al meglio quelli che si sono formati dopo: un lascito pesante e ben presente nel sistema produttivo.

Il quadro degli impieghi bancari

impieghi bancariSecondo la Cgia di Mestre, questo ha provocato un danno economico enorme al paese. Nel periodo dal 2014 al 2017 infatti la contrazione degli impieghi bancari alle imprese italiane ha continuato ad aumentare, giungendo a -62,4 miliardi di euro.

 

La stretta sul credito ha penalizzato in modo forte alcune zone in special modo. Ad esempio il Veneto, interessato da vicino dai crac di alcune banche. La stretta sul credito veneto è stata di 10,8 miliardi, ovvero del 10,7, contro una media nazionale del -6,8 per cento. In termini assoluti solo in Lombardia s'è avuto un calo maggiore: -15,9 miliardi di euro, ma qui ci sono il doppio delle imprese che ci sono in Veneto.

 

Situazione difficile anche nelle Marche (-10%), in Calabria (-9,7%) e in Emilia Romagna (-9,1%). A livello provinciale le imprese più penalizzate dalla contrazione del credito sono quelle di Isernia (-19,5%), poi Mantova, Ferrara, Rieti, Rimini. Variazioni nulle a Salerno, Massa Carrara e Napoli.

Sempre nel triennio che decorre da aprile 2014, secondo la Cgia le sofferenze in capo alle imprese sono cresciute di 28,8 miliardi di euro. Oggi il valore complessivo è di 160,9 miliardi di euro. La situazione peggiore riguarda la Calabria, il Molise, la Sardegna e la Sicilia. La regione più virtuosa, invece, è il Trentino Alto Adige.