Lavoratori dei fast food in sciopero... globale

I lavoratori dei fast food hanno incrociato le braccia ieri, sulla scia di una campagna internazionale senza precedenti che ha riguardato solo ed esclusivamente il loro settore. Flash mob, slogan, sit-it e volantinaggio in tutto il mondo, con il coinvolgimento di tutti i sindacati affiliati alla Iuf (Associazione internazionale dei Sindacati del settore ristorazione, alberghi, catering). Da noi l'adesione è stata della Filcams-Cgil.

Le proteste dei lavoratori

lavoratori fast foodGià perché se quella del fast-food è l'industria globale per eccellenza (ci sono una decina di multinazionali famose in tutto il mondo), è anche una delle meno tutelate (in rapporto alle dimensioni) dal punto di vista sindacale. Di sigle rappresentative ce ne sono poche, e dove sono presenti comunque non riescono a combattere il dominio assoluto delle aziende riguardo orari, turni e salari. Battaglie durissime, che però da qualche anno producono effetti. Nel 2014 infatti i lavoratori si sono uniti, e la sigla internazionale della IUF promuove la nascita e si occupa della formazione dei sindacati dove non ci sono. Soprattutto in alcuni paesi orientali ci sono situazioni di sfruttamento allucinanti. Ieri il mondo del fast-food ha deciso di incrociare le braccia e protestare.

 

Da noi si è protestato per un contratto collettivo scaduto da 4 anni e non ancora rinnovato, perché Fipe Confcommercio ha vincolato il nuovo accordo a un netto taglio del costo del lavoro. "Protestiamo contro lo scarso numero di ore, salari non adeguarti, part-time forzato e l'utilizzo dei voucher, tutti fattori che fanno aumentare il livello di precarietà", spiegano dalla Filcam-Cgil.

 

In Gran Bretagna il colosso McDonald's si è trovato ad affrontare la prima protesta dei suoi dipendenti nella storia nel Paese. Ci si lamenta in particolar modo dei contratti "a zero ore", che non danno alcuna garanzia al lavoratore. In base a questi contratti, l'azienda può decidere di lasciare il lavoratore a casa un mese intero senza dover rendere conto a nessuno. Proteste si stanno svolgendo in Germania dove i dipendenti chiedono aumenti di salario e in Indonesia dove si chiede di rispettare i diritti fondamentali dei lavoratori. Negli Stati Uniti è invece previsto uno sciopero nazionale per la campagna "FightFor15", combatti per 15 dollari di salario garantito.