Fatturazione a 28 giorni, interviene anche il Governo

Il Parlamento scende in campo contro la fatturazione a 28 giorni, già in uso dal molte telefoniche e ormai prossima ad essere sfruttata anche in altri ambiti (come la pay-tv). Ieri è stata infatti approvata all'unanimità una risoluzione a Montecitorio contro questa pratica. Va ricordato che esiste una delibera dell'Agcom che viete questo comportamento, ma finora è stata ignorata dalle compagnie. Proprio per questo uscendo dalla seduta ieri, il promotore della risoluzione Michele Meta (presidente della Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera) ha detto: "Abbiamo mandato un messaggio chiaro ai furbetti del telefonino, che continuano a fare orecchie da mercante, e in difesa dei consumatori".

Lo stop alla fatturazione a 28 giorni

fatturazione 28 giorniLa risoluzione che è stata approvata ieri rappresenta un impegno del Governo "ad assumere iniziative normative, nell'ambito della manovra di bilancio per il 2018, per impedire che gli operatori telefonici e di telecomunicazione adottino una cadenza di fatturazione che non abbia come base il mese o un suo multiplo". In pratica è una dichiarazione di intenti, un avvertimento se preferite. Che si è resa necessaria perché se questa pratica della fatturazione a 28 giorni non verrà fermata in tempo, altri settori si accoderanno e la mutueranno ("la furbizia è purtroppo contagiosa", ha detto Meta).

 

Il problema non è dal lato delle aziende, la cui aspirazione al profitto è legittima. Ma è dal lato del consumatore, perché questo tipo di fatturazione crea molta confusione in merito ai reali costi da sostenere e spesso impedisce il confronto delle varie proposte in concorrenza tra loro. Questione di trasparenza insomma.

 

Molti infatti credono che pagare una volta ogni 4 settimane oppure una volta al mese sia equivalente, ma questo sarebbe vero solo se tutti i mesi fossero di 28 giorni. Invece questo tipo di conteggio finisce per farci pagare più o meno un mese in più all'anno. Il conto è già stato fatto del resto, ed ha evidenziato che nei mercati della telefonia fissa e dell’Adsl le tariffe sono cresciute in media, dal 2015, del 29%. Il prezzo medio mensile è passato da 27,9 euro a 36,1 euro, anche se con gli sconti si può arrivare anche a 24,9 euro di media.