Banche italiane, Moody's conferma outlook negativo

L'Italia continua a non convincere, secondo Moody's. La società di rating ha infatti mantenuto un outlook negativo sul sistema bancario italiano, essenzialmente a causa della grande presenza di NPL. Occorro che gli istituti facciano di più per ridurre "i loro grandi stock di crediti problematici in un contesto con limitate possibilità di raccogliere capitali, bassa redditività e una significativa esposizione di credito verso il governo italiano". Un quadro insomma di grave fragilità, che trova l'unico punto favorevole nella leggera ripresa economica e nei flussi più bassi di Npl.

Il quadro di Moody's sulle banche italiane

moodysRiguardo alla crescita economica del nostro paese, secondo Moody's il livello di 1,3% del Pil è considerato "un miglioramento marginale", utile a dare sostegno ai volumi di attività ma non sufficiente per dare una significativa riduzione dei crediti problematici. Insomma se il livello dei NPL delle banche italiane scende (è diminuito del 25% da inizio anno), non lo fa in misura tale da avere un impatto positivo sul sistema. Moody's ricorda che alla fine dello scorso anno gli istituti di credito italiani nei loro bilanci avevano 349 miliardi di crediti deteriorati, ovvero il livello maggiore che c'è in Europa. Tale misura rappresentava il 17,3% dei loro prestiti lordi, più di tre volte la media dell'Unione Europea (5,1%).

 

Circa gli accantonamenti, pur essendo questi saliti fino al 51%, comunque sono appena sopra il livello pre-crisi del 2007. Peraltro le pressioni affinché crescano sono in aumento. Di buono c'è che nel 2018 sarà possibile ridurre gli accantonamenti e quindi avere maggior sostegno per la redditività. Tuttavia la capacità delle nostre banche di generare utili continuerà ad essere debole nel 2018. A pesare sono anche i bassi tassi di interesse e la limitata crescita dei prestiti. Per quanto riguarda invece la raccolta, le banche italiane hanno una discreta solidità. C'è infatti un alto peso dei depositi, e questo chiaramente riduce l'esigenza di rifinanziarsi. Tuttavia, la prevista riduzione dei bond utilizzabili nel bail in mano al pubblico retail, ridurrà la protezione per i bond senior e i depositanti in caso di risoluzione.