Spese per welfare, una famiglia su 3 le ha tagliate

E' cambiato qualcosa nei bilanci della spesa delle famiglie italiane. Sempre di più infatti sono quelle che tagliano la spesa per il welfare. Si tratta di un settore che oggi assorbe circa ol 6,5% del Prodotto Interno Lordo, ovvero circa 110 miliardi di euro ogni anno. Eppure circa il 36% delle famiglie italiane dichiara di aver rinunciato alle prestazioni, essenzialmente per ragioni economiche. La cosa importante non è tanto il dato in sé, quanto il fatto che l'assistenza viene vista come una delle prime voci di spesa alle quali rinunciare. Occorre quindi un cambio di prospettiva importante, trasformando l'assistenza da costo in risorsa.

I dati sulle spese per welfare

spesa welfareAd analizzare la situazione è un report realizzato da Mbs Consulting, dal titolo "Osservatorio sul bilancio di welfare delle famiglie italiane". Il dato essenziale è che sui 29mila euro annui percepiti in media dalle famiglie, solo 2mila sono risparmiati e circa 4300 sono destinati al welfare. Quest'ultimo è la terza voce di spesa dopo alimenti e casa.

 

La maggiore incidenza ce l'hanno le spese mediche, che in media costano ad ogni famiglia circa 1.300 euro l’anno. Su ogni nucleo familiare economicamente debole, il welfare incide per il 19%. La percentuale si abbassa e raggiunge il 14,7% per quelli con redditi medio-alti. Ed è qui il dato più allarmante: negli anni della crisi s'è ridotta questa spesa soprattutto per le famiglie deboli. Se infatti il 36% - come detto - ha dichiarato di aver rinunciato ad almeno una prestazione essenziale, questa quota di spesa sale al 56,5% nelle realtà più svantaggiate.

 

Riguardo le voci per i tagli, quelle più interessate sono le spese per assistenza agli anziani e ai non autosufficienti, che sono diminuite del 76,2%. Subito dopo ci sono le cure sanitarie che sono scese del 36,7% (e del 58,9% nei nuclei familiari più poveri). Questi dati rendono evidente che l'intero sistema necessita di una rivisitazione, in modo da sviluppare un sistema di servizi differenziati per segmenti, livelli di attesa e disponibilità di spesa. Bisogna infatti ricordare che il welfare ha un valore strategico per il sistema-paese, dal momento che tocca il benessere dell'intera collettività.