Riforma fiscale USA, è corsa contro il tempo

La riforma fiscale USA si trova un ostacolo economico bello grosso sul suo cammino. Lo ha posto il Joint Committee on Taxation, che è l'ufficio del Congresso americano che si occupa di fare conti e stime sulle tasse. Esso parla di circa 1000 miliardi di deficit cumulativo che la riforma scaverebbe nei conti pubblici. Troppi, tenuto anche conto che il debito esistente ha già superato i 20mila miliardi. Così facendo, secondo il comitato, si finirebbe per creare un danno all'economia americana anziché aiutarla tramite gli sgravi delle tasse.

Corsa contro il tempo per la riforma fiscale

riforma fiscale trumpMa come si arriva a questo giudizio negativo? Secondo i calcoli della Commissione, la crescita che verrebbe dagli sgravi fiscali potrebbe avvenire a un tasso dello 0,8% nel corso di dieci anni, e questo permetterebbe all'erario circa 400 milioni di introiti rispetto ai 1.400 e passa miliardi di riduzioni delle tasse previste. La differenza è quindi abissale, mentre invece nelle previsioni repubblicane la riforma avrebbe dovuto pagarsi da sola proprio grazie alla crescita che avrebbe consentito.

 

Malgrado questo aspetto negativo, i repubblicani vogliono procedere ugualmente chiedendo il voto al Senato. Tuttavia la strada s'è fatta molto complicata e per arrivare al numero di voti minimi i repubblicani stanno ora cercando di rastrellare almeno altri 500 milioni di ricavi decennali. C'era l'idea di inserire un trigger, ovvero una sorta di automatismo in virtù del quale con introiti troppo bassi scatterebbero nuove imposte. Ma c'era pure la proposta di rivedere i tagli di spesa. Oppure abbassare di meno le aliquote aziendali, al 22% anziché al 20% dal 35% attuale.

 

Di sicuro Trump sta spingendo forte per ottenere la firma entro Natale. Ma non è facile perché si tratta di una manovra enorme. Parliamo di oltre mille pagine sul fisco. inoltre anche se dovesse avvenire l'approvazione da parte del Senato, poi la versione dovrà essere anche riconciliata con il diverso testo approvato dalla Camera e solo dopo il provvedimento giungerà sulla scrivania di Trump per una firma entro Natale. Insomma il regalo promesso dal presidente non è detto che arrivi sotto l'albero.