Petroldollari, il ritorno. Biglietto verde e oro nero viaggiano assieme

In questi primi giorni di contrattazione del 2018, sembra aver fatto un tuffo indietro nel passato. Più precisamente pare di tornare agli anni Settanta, all'epoca dei petroldollari. L'oro nero e il greenback infatti si stanno muovendo all'unisono, come accadeva proprio negli anni ’70. All'epoca l'andamento parallelo della valuta statunitense e della quotazione del petrolio era frutto di una alleanza tra arabi e americani. I sauditi vengono garantiti che in cambio del petrolio che vendono ricevono i pagamenti nella divisa statunitense, mentre dal canto suo l'America (di Nixon) sgancia il dollaro dall’oro e si aggancia all’oro nero.

 

petroldollariQuel patto adesso sembra essersi rinnovato, basta aprire una qualunque delle piattaforme bonus trading senza deposito per vederlo. Adesso la sponda ideale nelle tensioni che si respirano nella zona del Golfo, dove l’Iran viene messo sotto scacco da sauditi e alleati, e deve risolvere i grossi problemi legati alla rivolta interna.

Il ritorno dei petroldollari

Se nella seconda parte del 2017 dollari e petrolio si erano mossi disgiuntamente, in questi primi giorni del 2018 si sono mossi in perfetta sincronia. Da una parte il WTI ha sfondato con decisione quota 60 dollari, mentre al tempo stesso il greenback sta battagliando contro l'euro per resistere sotto quota 1,20. Inoltre i future marzo segnano per il Brent 67,60 $/barile, ai massimi di 2 anni e mezzo. Le Bande di Bollinger strategia mostrano un allargamento con tendenza al rialzo.

 

Questa sincronizzazione fa soprattutto piacere a Riyadh, dove l'idea di avere un oro nero - che ricordiamo viene scambiato in dollari - sempre più tonico viene visto come premio per le politiche di limitazioni produttive dell’OPEC. Un po' meno a Trump, che ama il dollaro debole perché favorisce l'export. E comunque, anche Trump è contento del rally del petrolio, visto che ha fatto ripartire le trivelle in Alaska a caccia di petrolio. Proprio mentre mentre è debole l'oro che scende al di sotto dei 1.316 dollari l'oncia.