Petrolio, il mercato continua a spingere al rialzo

Pochi mesi fa nessuno avrebbe puntato un euro sulla possibilità che il petrolio giungesse a toccare queto a 70 dollari. E invece è successo. I rialzisti dell'oro nero hanno avuto la meglio, spingendo il prezzo del barile a livelli che non si vedevano da una vita, anche se poi la quotazione è tornata a scendere. Il primo test a quota 70 è fallito, ma ce ne saranno altri se consideriamo che esiste un trend al rialzo davvero molto serio.

La situazione del mercato del petrolio

petrolioSulla recente azione dei prezzi hanno inciso diversi fattori. In primo luogo il prolungamento dell'accordo OPEC avvenuto lo scorso novembre. Ma anche la crescita della domanda globale, e infine i rischi geopolitici e il maltempo negli Stati Uniti e in Cina. Tutti fattori che congiuntamente hanno agito per spingere Brent e WTI verso un rialzo di oltre il 50% rispetto a giugno dell'anno scorso, per la gioia di chi ha sfruttato l'indicatore Aroon settaggio e strategie durante questo periodo. Il resto l'ha fatto il dollaro debole, che secondo i principi della correlazione ha fatto da spinta contraria all'oro nero. Dal momento che vengono negoziate in dollari, le materie prime aumentano quando il greenback arranca.

 

Di recente i massimi netti speculativi sono stati da record sia per il Brent (574152 contratti) che per il WTI (437.770 contratti, al top dal 2006). Occhio però, perché anche se sfruttate la miglior piattaforma di trading online non siete esenti da rischi. La retorica OPEC potrebbe presto frenare i "tori" del mercato. Già si cominciano a sentire degli interventi che vanno in questa direzione (Iran, Russia). Al momento però le quotazioni che restano stabili confermano un tono fortemente "rialzista" dell'umore degli investitori. Il rischio di ritirata potrebbe però intravedersi verso quota 65-63 dollari.