Sofferenze bancarie, la BCE chiede altri sforzi all'Italia

Come da prassi della Vigilanza europea, c'è stato ieri un incontro tra la presidente del Supervisory Board del Ssm, Daniele Nouy, e alcuni esponenti delle banche significant italiane. Il summit è durato circa un'ora e mezza e dapprima la Nouy ha incontrato il vertice della Vigilanza della Banca d’Italia, poi ha visto con i banchieri accompagnati dal direttore generale dell’Abi, Giovanni Sabatini, e dal past president Maurizio Sella. Al meeting c'erano il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, l’Ad di UniCredit e dirigenti di Bper, Ubi, Iccrea, Popolare di Sondrio, Banco Bpm e Mediobanca, Monte dei Paschi e UniCredit.

Il tema delle sofferenze bancarie

vigilanza bancaria bceE' stata poi Bankitalia a sintetizzare con una nota il contenuto di questo incontro, riferendo di uno scambio di opinioni costruttivo e utile. Al centro dell'interesse di tutti c'era chiaramente l’addendum alle strategia di Vigilanza per la gestione delle sofferenze.

 

Riguardo proprio questo aspetto, le aperture che la Banca d'Italia sperava di ottenere non ci sono state. La vigilanza Bce ha ribadito la necessità di fare tutti gli sforzi possibili per la riduzione degli Npl che appesantiscono i bilanci bancari italiani. L'authority europea ha riconosciuti gli sforzi - e i buoni risultati - fatti dall'Italia sotto questo punto di vista, ma il problema resta forte.

 

Riguardo al tema dell'addendum, la sensazione che se n'è ricavata è che le nuove regole saranno applicate sui flussi futuri di crediti che diventano sofferenze, e non sugli stock. Tuttavia occorrerà aspettare il pronunciamento atteso nelle prossime settimane, e per questo motivo il tema ieri non è stato affrontato esplicitamente ma solo "di striscio". E' evidente che la questione dei crediti deteriorati rimane fondamentale per le banche italiane. Ieri gli analisti di S&P Global Ratings, hanno previsto una riduzione dello stock di esposizioni deteriorate dall’attuale 17% del totale dei crediti alla clientela al 13% da qui ai prossimi due anni. Bene, ma chissà se alla BCE basterà.