Dazi commerciali, Trump fa infuriare Cina e Corea

Quello che diversi analisti temevano sta cominciando a prendere forma. Donald Trump ha ufficialmente dato il via alla guerra sui dazi, inviando un chiaro monito a Cina e Corea del Sud in primo luogo, ma anche all'Europa e al mondo intero. Aveva pronunciato lo slogan "America First" quando è approdato alla Casa Bianca, e adesso con i fatti vuole dimostrare che non ha intenzione di fare sconti a nessuno. Nelle raccomandazioni dell'International Trade Commission (ITC), vengono infatti imposti dei dazi del 20% a danno dei primi 1,2 milioni di lavatrici importate, e dazi del 50% se si eccede l'1,2 milioni di prodotti importati. Analoghe misure protezionistiche sono per i pannelli solari (30% oltre i 2,5 gigawatt nel primo anno).

La guerra dei dazi

dazi trump usaLa guerra quindi è cominciata. Del resto appena Trump si insediò alla Casa Bianca, lanciò diversi strali sulla politica monetaria cinese. Affermò che Pechino volutamente deprezzava la sua valuta per guadagnarsi un vantaggio competitivo, facendo capire l'aria che tirava. Va pure aggiunto che non c'è una prova diretta che le importazioni dai paesi orientali abbiano creato un reale danno al settore americano.

 

Immediate sono state comunque le reazioni dei paesi colpiti. La Corea del Sud sottoporrà alla Organizzazione mondiale del commercio (Wto) una petizione contro i dazi americani. La Cina per il momento si è limitata ad esprimere un forte disappunto contro la decisione del presidente Usa, che viene definita un abuso.

Una reazione c'è stata anche da parte di aziende direttamente coinvolte dal provvedimento, come Samsung e Lg. La prima ha peraltro ricordato le oltre 600 persone assunte nel suo nuovo impianto in Carolina del Sud. LG Electronics invece ha puntato il dito sulle possibili ricadute sulla rete commerciale e sui consumatori americani.