Pressione fiscale, in Italia servono 152 giorni di lavoro per pagare tutto

Il dato è scioccante: dal prossimo 2 giugno gli italiani cominceranno a guadagnare davvero, mentre tutto quello che hanno fatto fino ad allora sarà servito solo a pagare le tasse. Lo evidenzia la CGIA  (associazione degli artigiani di Mestre). Ironia della sorte, questa "liberazione fiscale" cade nello stesso giorno della Festa della Repubblica. Per 152 giorni lavorativi il contribuente medio italiano ha lavorato solo per assolvere i suoi obblighi fiscali: Irpef, Imu, Tasi, Iva, Tari, etc. Dal 2 giugno inizierà a guadagnare per sé stesso e per la propria famiglia.

I dati sulla pressione fiscale

pressione fiscaleQuesto dato serve a dare una evidenza di quanto il prelievo fiscale a carico degli italiani sia enorme. E va pure detto che la pressione fiscale sta marciando al ribasso. Infatti al netto di eventuali manovre correttive essa calerà di circa mezzo punto percentuale rispetto al 2017. Dovrebbe essere all'incirca il 42,1%. Chiaramente anche se c'è una discesa, è palese che sia troppo lenta per non dire impercettibile. Peraltro essa non deriva da una effettiva riduzione del carico fiscale, bensì da un aumento del Pil.

 

Se si guarda ai dati più recenti (25 anni), si scopre che “tax freedom day” più “precoce” è accaduto nel 2005. All'epoca c'era il secondo Governo Berlusconi, e la pressione fiscale era al 39,1%. Gli italiani guadagnarono per pagare le tasse fino al 24 maggio (143 giorni lavorativi). L'anno più pesante invece fu il 2012, governo Mario Monti, quando servirono ben 160 giorni lavorativi per liberarsi delle tasse. La pressione fiscale all'epoca raggiunse il record storico del 43,6%.

 

Se facciamo un confronto con ciò che accade nei paesi che sono nostri principali competitori economici, soltanto la Francia ha un numero di giorni di lavoro maggiore per assorbire le tasse (addirittura 21 in più), mentre tutti gli altri ne vantano molti di meno (in Germania ad esempio sono 7, in Spagna addirittura 28). La felicità di ogni contribuente è invece l’Irlanda, dove bastano solo 88,6 giorni per assolvere tutti gli obblighi fiscali.