Sono numeri incoraggianti quelli relativi al sistema bancario europeo e italiano. Li ha messi in evidenza l'ABI - Associazione Bancaria Italiana - nel suo rapporto sul mercato degli istituti di credito europei. In esso sono stati analizzati i risultati di bilancio consolidato dal 2006 al 2017, relativi ad un campione di 120 gruppi bancari. L'analisi riguarda sia l'aspetto patrimoniale, quello reddituale, la loro produttività e l'efficienza. Ebbene, esaminando i dati del 2017 si evidenzia una situazione di netto miglioramento rispetto al passato. Un miglioramento sia rispetto ai tempi più recenti, ma sia rispetto agli anni pre-crisi.
I numeri del sistema bancario europeo
Grazie alle riforme in atto e alla ripresa dell'economia, il credito sta vivendo una dinamica positiva. Questo si riflette positivamente sulla
qualità dell'attivo e sui risultati economici degli istituti di credito. I loro bilanci sono finanche migliori rispetto a quelli che c'erano prima che la crisi coinvolgesse il sistema
bancario europeo.
Facendo un confronto dei valori aggregati del 2017 rispetto a quelli dell'anno prima, emergono alcuni valori che meritano una menzione particolare. Anzitutto lo stock dei crediti che sono stati erogati alla clientela è salito dell'1,7%. L'ammontare dei crediti deteriorati (Npl) si è andato riducendo dell'11%. Cresce invece l'indice patrimoniale Common Equity Tier 1 (CET1) ratio, che è giunto al 14,5%. Gli utili di esercizio hanno fatto registrare un deciso miglioramento, che al netto delle componenti straordinarie di costo e di ricavo, si collocano intorno al 36%. Il rendimento medio sul capitale proprio investito (Roe), al netto delle componenti straordinarie, è salito di 1.7 punti percentuali arrivando al 6,7%.
Nell'ambito del sistema bancario europeo poi l'ABI ha esaminato anche i gruppi italiani. Anche in questo caso i dati confermano che il processo di recupero va avanti. Infatti anche per i nostri istituti di credito la situazione nel complesso sta migliorando, e comunque siamo in linea con gli anni prima della crisi.