Trader e Brasile, è un periodo complesso per investire

Rimane molto complicata la situazione in Brasile, tanto che i trader sono incerti su quali mosse fare. Negli ultimi giorni abbiamo visto accumularsi discrete perdite tanto sull’azionario brasiliano che sulla valuta sudamericana (il Real). A determinare questo stato di cose è la grave incertezza riguardo l’esito delle imminenti elezioni presidenziali. Da pochi giorni l'ex presidente Lula, uno dei leader più popolari in Brasile, è stato posto agli arresti perché dovrà scontare una condanna a 12 anni per corruzione. Questo evento ha scombinato ancora di più il quadro politico, con immediati riflessi sui mercati.

Il timore dei trader

trader brasileLunedì scorso abbiamo visto l’indice Bovespa cedere quasi 2 punti percentuali, calando a 83.307 punti. Anche la volatilità implicita a 1 mese ha superato la quota del 20%, salendo al 21,85%. Tuttavia, si può addirittura dire che l'impatto degli eventi sul fronte azionario rimanga ancora molto contenuto.

 

Ben più pesanti gli effetti che gli sviluppi politici locali hanno avuto sul forex. Anche utilizzando la migliore piattaforma forex italiana si è potuto assistere a un deciso calo del Real. I trader inoltre hanno mostrato nervosismo anche per via degli sviluppi sulla questione della guerra commerciale fra USA e Cina. Lunedì il real brasiliano è scivolato dell’1,54%, toccando il livello minimo dalla fine del 2016. La coppia USD/BRL ha infatti toccato quota 3,4219.

 

Seguendo il sentiment degli investitori, si può ipotizzare che il mercato sta acquistando protezione contro un ulteriore indebolimento del real (molti si cautelano anche sfruttando i migliori bonus forex senza deposito per non rischiare capitale proprio). Il timore degli investitori è che dalle prossime elezioni di ottobre esca vincitore un candidato meno favorevole ai mercati e non Michel Temer. Per questo motivo è probabile che alla luce di questa incertezza, gli investitori continueranno a stare un po' alla larga dagli asset brasiliani (peraltro il differenziale fra i tassi d’interesse è calato di 7 punti percentuali circa).