Dividendi, in Borsa sta per arrivare la prima ondata

Sta per giungere sul mercato italiano la prima ondata di dividendi di un certo peso per gli azionisti. Il calendario dice che il prossimo 23 aprile alcune delle società più interessanti quotate in Borsa (11) staccheranno cedole per distribuire circa 2 miliardi di euro. Un appuntamento che ovviamente sta facendo fibrillare gli azionisti di Piazza Affari. Questo distacco sarà seguito poi tra un mese da uno molto più sostanzioso, il 21 maggio, quando toccherà ai big della Borsa milanese (Intesa Sanpaolo, Eni e Generali).

dividendi borsa milanoIl focus dell'attenzione lunedì prossimo sarà per Unicredit, che torna a distribuire dividendi dopo la pausa dello scorso anno. L'istituto di credito distribuirà 32 centesimi per azione (controvalore complessivo: 713 milioni di euro). Si tratta dell'importo più sostanzioso di questa tornata di dividendi.

 

Dopo il gruppo bancario c'è Luxottica, che staccherà 1,01 euro per azione (quasi 490 milioni complessivi). Una distribuzione leggermente inferiore ai 100 milioni riguarderà invece FinecoBank, De’ Longhi, Ferrari, Prysmian, Banca Mediolanum e Recordati.

Analisi dei dividendi

Quello che stuzzica maggiormente è un dato: il rendimento per azione andrà dallo 0,70% di Ferrari al 5,68% di Mediolanum (incluso l'acconto), ed in media il valore medio del dividendo per azione sarà del 2,74%. Niente male tenuto conto che le cedole dei BTp hanno subito un taglio netto per via della politica accomodante della Banca centrale europea. E' altrettanto interessante osservare come molte società siano state capaci di mantenere il valore della cedola o addirittura accrescerlo nel tempo. In media infatti i dividendi sono cresciuti di circa il 50% nell’ultimo triennio e addirittura del 150% in 5 anni. E secondo Bloomberg questo trend potrebbe ancora proseguire con un ulteriore incremento medio del 46% entro il 2021.

 

Fin qui le note liete. Meno positive però appaiono le notizie di casa nostra se messe a confronto con quelle che arrivano da altri mercati. Anzitutto i dividendi sono concentrati per lo più su un pugno di aziende bancarie o del settore energetico. Cosa negativa perché rendono potenzialmente vulnerabile a crisi di settore un investimento simile. Inoltre i nostri dividendi sono una frazione minima di quelli distribuiti a livello globale. Gli Stati Uniti hanno la fetta più rilevante: quasi il 42% dell’ammontare totale.