Contante, l'Italia fa ancora fatica a limitarne l'uso

Non accenna a diminuire la popolarità del contante presso gli italiani. Secondo gli ultimi dati, un italiano usa solo 100 volte l'anno gli strumenti alternativi al contante, contro le 400 di uno svedese. La BCE ha stimato che gli italiani utilizzano il cash nell'86% delle loro transazioni. Il restante viene effettuato con bancomat, assegni, carte di credito, bonifici e Rid bancari.

La battaglia sull'uso del contante

contanteSe la predilezione degli italiani per la moneta contante resta fortissima, il dibattito sul suo utilizzo è vivace anche sul piano politico. Nel 2011 il governo tecnico di Mario Monti aveva abbassato la soglia di obbligatorietà dei pagamenti tracciabili a 1000 euro. cinque anni dopo il Governo guidato da Matteo Renzi aveva alzato a 3mila euro questa cifra. Appena pochi giorni fa, i ministri delle Finanze dell’Unione.Europea hanno approvato delle raccomandazioni-Paese che chiedono di rendere obbligatori i pagamenti elettronici anche per le cifre molto basse. In direzione opposta si muove invece il vicepremier, Matteo Salvini, che non vorrebbe alcun limite alla spesa di denaro contante.

 

Va tuttavia anche evidenziato che la diffusione delle transazioni elettroniche non si legano soltanto agli obblighi di legge, ma anche a un fatto culturale. Non si spiegherebbe altrimenti la crescita di questo tipo di transazioni dal 2013 al 2017, quando i pagamenti con carte di credito e bancomat sono passati dai 33,4 pro capite ai 55,9.

 

E' chiaro che la troppa diffusione del contante alimenta alcuni rischi, come ad esempio l’evasione fiscale (ma va precisato che questo fenomeno è anzitutto sociale, e va contrastato con la credibilità delle istituzioni, la chiarezza delle leggi, la semplificazione e una maggiore equità del sistema tributario). Le transazioni tracciabili inoltre limitano fortemente gli spazi di manovra per riciclaggio, corruzione e criminalità in genere. Il contante crea poi anche rischi personali legati a scippi e rapine.