Multa choc a Google: 4,3 miliardi per abuso di posizione dominante

Arriva una multa record per Google, il motore di ricerca più usato su internet. Ben 4,3 miliardi di dollari. E' quanto ha stabilito la Commissione europea, che appena lo scorso aveva già multato l'azienda americana per 2,4 miliardi. All'epoca la motivazione era di aver favorito il suo servizio di comparazione di prezzi a scapito degli altri concorrenti.

La motivazione della multa

multa googleMa perché questa nuova stangata? Secondo Bruxelles si configura la fattispecie di abuso di posizione dominante, realizzato grazie ad Android, il sistema operativo di BigG per smartphone. L'accusa della UE parte da un dato di fatto: 8 prodotti su 10 utilizzano questo sistema operativo. Ma il motivo per cui succede è quello che poi ha fatto scattare la multa. Infatti Google avrebbe imposto restrizioni illegali ai produttori di smartphone e agli operatori di telefonia mobile. In particolare li avrebbe obbligati a pre-installare sugli apparecchi Google Search, il motore per le ricerche su internet, e il browser Chrome, il sistema per navigare in rete, come condizione per fornire la licenza dell'app store di Google (Play Store). In questo modo ha potuto rafforzare il dominio nella ricerca sul web, e di conseguenza gli introiti pubblicitari. Secondo Bruxelles nel 2016 oltre il 95% di tutte le ricerche su apparecchi Android avvenivano attraverso il motore del colosso californiano.

Lo scenario

Questa decisione arriva peraltro in un momento già molto teso nei rapporti tra USA ed UE, e rischia di accendere ulteriori micce. Il colosso di Mountain View ha 90 giorni di tempo per rimettersi in regola eliminando queste pratiche anti-concorrenziali. In caso ciò non accadesse, allora la UE potrebbe imporre altre sanzioni fino al 5% del fatturato di Alphabet, ovvero la casa madre di Google (110 miliardi di dollari nel 2017). Google ha già annunciato che presenterà appello.

 

La risposta arrivata dal colosso informatico per certi versi sa di minaccia: "Finora non abbiamo dovuto far pagare ai produttori di telefoni la nostra tecnologia, ma di fronte a questa decisione si potrebbe turbare l'equilibrio raggiunto". In sostanza, il rischio è che domani - in teoria - Big G potrebbe far pagare le licenze per Android ai produttori. Ma parliamo di scenari davvero improbabili.