Inflazione, i previsori BCE sono più ottimisti

La battaglia per arrivare al target di inflazione fissato dalla BCE non è ancora vinta, ma siamo sulla strada giusta. Lo ha detto il presidente della Eurotower Mario Draghi, e lo conferma anche il sondaggio dell'istituto centrale tra i previsori professionali. Che anzi parlano di possibile accelerazioni nel 2018 più di quanto ci si possa attendere. Va ricordato che il sondaggio viene periodicamente condotto tra 56 previsori, ed è una componente importante nelle decisioni della Bce.

Inflazione e stime

inflazione bceLa maggior parte del rialzo delle stime dipende dai volatili prezzi di generi alimentari e energia, con la stima originaria dell’inflazione sottostante che è rimasta invariata. Discorso diverso invece per la crescita, che secondo gli esperti dovrebbe avvenire a ritmo più lento a breve termine rispetto a quanto ci si aspettasse tre mesi fa. Tuttavia, nel lungo periodo le previsioni rimangono invariate.

Ricordiamo che la BCE ha deciso di rimuovere lentamente lo stimolo straordinario del Qe. Continuerà ad acquistare titoli di stato fino a fine anno, poi dal 1 gennaio chiuderà l'esperienza del quantitative easing. In ogni caso non ci sarà alcun ritocco al costo del denaro prima "dell'estate del 2019", espressione che Draghi ha detto va intesa in senso molto dovish.

Il motivo di questa prudenza è che malgrado ci sia una certa fiducia che la crescita dell'ultimo quinquennio spingerà verso l'alto i prezzi, ci sono sempre dei fattori di rischio da tenere presente.

 

Anzitutto la guerra commerciale globale, che potrebbe limitare l’espansione e contrarre nuovamente l'inflazione. Questa dovrebbe raggiungere l’1,7% quest’anno, meglio di quanto previsto in precedenza, ovvero 1,5%. Anche per l’anno prossimo si prevede una crescita dei prezzi all’1,7%, più alto rispetto all’1,6% atteso tre mesi fa. L'anno in cui dovrebbe esssere finalmente raggiunto il target è il 2023.