Contratti a termine, raggiunto un livello record in Italia

Il numero dei contratti a termine in Italia ha raggiunto un record storico. Lo ha evidenziato pochi giorni fa l'Istat, che ha certificato come a giugno siano oltre 3 milioni di unità, con un incremento di 16 mila nuovi contratti nell'ultimo periodo. Calano invece quelli che beneficiano di un contratto a tempo indeterminato. Nel 2017 invece la media degli occupati con un contratto a termine è stata pari a 2 milioni e 772 mila unità.

I numeri dei contratti a termine

contratti a termineChi ha fatto una analisi del settore dei lavori a tempo determinato è stata la Cgia Mestre, che ha sottolineato come gli occupati in Italia sono tornati stabilmente sopra i 23 milioni, ovvero gli stessi che si registravano prima dello scoppio dell'ultima grande crisi. Tuttavia non è stata omogenea la crescita dei tipi di rapporti contrattuali. E' aumentato infatti il numero di precari. L'incidenza complessiva infatti ha raggiunto il 16,6% sul totale degli occupati dipendenti. Lo conferma anche il numero di ore lavorate, che è diminuito del 6% pari a meno 2,7 miliardi di ore. Significa che la platea occupazionale è composta sempre più da persone che vengono impiegate in modo precario.

 

La percentuale maggiore di contratti a termine si registra al Sud. Dominano la Calabria (21,8%), Sicilia (21,3%) e la Puglia (20,7%). I settori maggiormente interessati da questo fenomeno sono l’agricoltura, il turismo e il commercio. A livello anagrafico invece la fascia di età più coinvolta nei contratti a termine è quella giovanile (15-34 anni), ma la quota di lavoratori temporanei è inferiore al dato medio dell’area euro.

La crescita dei contratti a termine va ricollegata all’andamento dell’economia italiana. C'è stata una crescita troppo modesta del Pil, che è sempre con essa all'incremento dei precari. Infatti quando l'economia non cresce in modo sostenuto, ad aumentare è la "cattiva occupazione". La crescita invece dei lavoratori a tempo indeterminato si associa ad un incremento dell'economia superiore al 2%.