Petrolio, esportazioni USA in calo. Il prezzo sale

Il petrolio made in USA sta vivendo una fase di difficoltà, al punto tale che le esportazioni hanno raggiunto i minimi dallo scorso gennaio. Sul settore stanno incidendo diversi fattori, che adesso andremo a vedere.

I fattori che ostacolano il petrolio USA

La guerra dei dazi non aiuta di certo la produzione americana, così come le sanzioni che sono state imposte all'Iran. Nel primo caso le produzioni USA stanno perdendo quota soprattutto sul mercato cinese, ovvero proprio quello che finora era stato il più promettente per lo shale oil. Le importazioni di Pechino sono infatti scese dopo che il Governo cinese ha rinviato l’introduzione di tariffe sul petrolio Usa. Tuttavia il paese asiatico non ha rinunciato del tutto a colpire il petrolio americano, visto che la lista di dazi che è in vigore da giovedì scorso comprende alcuni prodotti derivati.

 

petrolioSotto il secondo punto di vista, il vuoto di mercato lasciato dall'Iran non è stato occupato dal prodotto a stelle e strisce, bensì da Russia, Arabia Saudita e Iraq, che hanno fortemente accelerato la produzione.

Il desiderio di Trump di arrivare all'egemonia nel settore petrolifero si sta complicando. Anche se nel "nuovo NAFTA" venisse incluso anche il Canada (maggiore importatore di shale oil) di certo non ci sono margini di crescita paragonabili alle prospettive che offrirebbe il mercato della Cina.

 

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Sul mercato intanto il Brent recupera all'ICE di Londra e viaggia verso quota 77 dollari. La resistenza più immediata è vista a 77,4, supporto stimato a 73,82. La forza rialzista del greggio è supportata dall'incrocio al rialzo della media mobile a 5 giorni sulla media mobile a 34 giorni (qui viene spiegato il trading con medie mobili). Il WTI invece viaggia attorno quota 70, con un possibile ampliamento della performance in senso rialzista.