Commercio, il flop dei saldi infiamma il dibattito sulle chiusure domenicali

Il tema del commercio diventa di stringente attualità per l'economia italiana. Mentre la maggioranza giallo-verde al Governo ha deciso di calendarizzare le proposte di legge per regolamentare le chiusure domenicali dei negozi, arrivano dei dati Istat che certificano il flop dei saldi estivi, e il boom del commercio online (malgrado una penetrazione ancora limitata in Italia, 21% della clientela contro il 48% della media Ue).

I dati estivi sul commercio

commerico saldiSecondo il nostro istituto nazionale di statistica, negli esercizi tradizionali i saldi estivi non hanno affatto funzionato. Le vendite al dettaglio sono diminuite dello 0,1% in valore e dello 0,2% in volume su base mensile. Peggio ancora il bilancio se paragonato alo scorso anno, visto che le vendite da un anno all'altro si sono contratte dello 0,6% in valore e dell'1,8% in volume. Se la grande distribuzione ha vissuto una contrazione minima (-0,1%), i piccoli negozi sono ancora una volta quelli più penalizzati (-1,5%). La voglia di comprare degli italiani però non si è ridotta, semmai si è spostata ancora di più verso il commercio online, che registra un incremento del 13,6%

 

Di fronte a questi dati sul commercio, il dibattito sull'opportunità o meno di chiudere tutti gli esercizi di domenica si accende. Secondo Confcommercio bisogna essere moderati nel fare delle scelte riguardo alle chiusure domenicali. Le associazioni dei consumatori invece sono contrarie ai passi indietro sulla liberalizzazione, perché sarebbe un assist soltanto al commercio online. Non solo, propongono anche di liberalizzare i saldi così come accade nell'e-commerce.

 

Federdistribuzione è concorde con questa posizione, evidenziando anche il rischio che le chiusure domenicali possano portare la perdita di decine di migliaia di posti di lavoro nel commercio. Inoltre 12 milioni di italiani fanno acquisti la domenica e se si impedirà loro di spendere, il primo a giovarsene sarà proprio il web. Secondo Confimprese l'ipotesi più pessimistica di 48 domeniche chiuse, porterebbe alla perdita di circa 400mila posti di lavoro.