La settimana del mercato valutario è cominciata all'insegna delle difficoltà per l'euro e dalla spinta ricevuto dallo yen giapponese. Intanto il Dollar Index, una misura del biglietto verde rispetto alle altre sei principali valute, è salito al massimo di due mesi a 96.158 e scambiato allo 0,1%.
Le difficoltà dell'euro
La valuta unica è scivolata verso il minimo di due mesi martedì
prima dell'incontro della Commissione europea che avrà come tema cruciale la tensione con l'Italia circa la manovra economica. La convinzione che si fa strada è che ci sarà una
bocciatura senza precedenti. Queste preoccupazioni hanno sollevato qualche dubbio sulla prospettiva che la Banca Centrale Europea alzerà i tassi di interesse la prossima estate,
danneggiando in definitiva l'euro che è sceso dello 0,2% a $ 1,4390, avvicinandosi al minimo di due mesi di $ 1,4325 del 9 ottobre.
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Del resto la prospettiva di una normalizzazione della politica monetaria è stata la ragione principale per cui l'euro si è apprezzato nell'ultimo anno. Le tensioni in crescita tra Roma e Bruxelles, soprattutto se il Consiglio europeo avvierà una "Procedura per i disavanzi eccessivi" nei confronti dell'Italia, potrebbe creare una fortissima turbolenza nel Vecchio Continente.
Brexit, sterlina e Yen
Ma la possibilità di disordini politici in Europa arriva anche dalla questione Brexit. La sterlina britannica ha ceduto lo 0,2 percento a 1,3 $ dopo essere già scivolata lunedì sulla paura che la questione dei confini irlandesi e le divergenze tra i conservatori britannici al governo potessero minare la leadership del Primo Ministro Theresa May.
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Come detto, in questo quadro incerto ha fatto la parte del leone lo yen, che ha guadagnato lo 0,4% contro il dollaro.
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