Economia britannica, si sente l'incertezza causata da Brexit

I numeri confortano l'economia britannica, che continua a crescere. Però si tratta di una crescita che sta rallentando, perché si devono fare ancora i conti con tutte le incertezze legate alla questione Brexit.

Lo stato dell'economia britannica

economia britannica brexitSecondo l'Ufficio Nazionale di Statistica, nel corso del trimestre giugno-settembre il tasso di crescita dell'economia britannica è stato dello 0,6%. Si tratta della performance migliore dal 2016. Tuttavia, a questo buon ritmo di sviluppo non ha fatto seguito un risultato altrettanto solido nei due mesi successivi. Ad agosto e settembre infatti c'è stato un rallentamento. La Banca d’Inghilterra inoltre prevede un rallentamento del Pil al +0,3% nel periodo ottobre/dicembre. La fine dell'anno potrebbe quindi avvenire in tono molto minore.

 

Il peso della Brexit è quello che si fa sentire di più sull'economia britannica, in special modo si temono gli effetti della stretta finanziaria su consumatori e imprese. Ormai il tempo stringe, e mancano soltanto 5 mesi alla definitiva uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea. Questa dead line pesa sul ritmo degli investimenti delle imprese, che tra giugno e settembre sono calati dell’1,2%, registrando il terzo trimestre consecutivo di declino per la prima volta dai tempi della crisi finanziaria un decennio fa. In sostanza chi ha la possibilità di farlo, rinvia ogni mossa a quando non sarà più chiaro cosa accadrà in futuro.

L'intesa e il Parlamento britannico

Le trattative su Brexit stanno andando avanti, tra botte di ottimismo e picchi di pessimismo. A porte chiuse si cerca di trovare un compromesso prima di dicembre, visto che poi ogni intesa dovrà passare per un iter burocratico non proprio immediato. L'accordo con la May prevede che tutto il Regno Unito resti nell’unione doganale fino al raggiungimento di un accordo commerciale definitivo con la Ue. Ma questo non soddisfa le aspettative del Democratic Unionist Party nordirlandese. Cosa non di poco conto, visto che proprio da loro dipende la maggioranza della premier britannica in Parlamento. Senza il loro appoggio, l'accordo potrebbe quindi essere respinto.