Brexit ancora elemento determinante per la sterlina

La Bank of England e la sterlina sono state costrette anche questa settimana a fare i conti con la Brexit e le sue grandi incertezze.

Lo scenario su Brexit

brexitIn settimana la grande novità riguardo a Brexit è l'avanzata della ipotesi di un secondo referendum, opzione comunque invisa alla Premier Theresa May e che al momento ha l'opposizione della maggior parte dei parlamentari. A meno di 100 giorni dalla data definitiva di addio, stabilita per il 29 marzo 2019, il quadro rimane molto nebuloso. La May è politicamente isolata, nonostante la sua leadership a capo del partito conservatore sia stata confermata la scorsa settimana.

 

La votazione dell'accordo nell'aula di Westminster – programmata per la scorsa settimana e poi rimandata - si terrà a metà gennaio. La Commissione Europea ha intanto reso noto il suo piano B, che prevede una serie di misure d'emergenza per salvaguardare i diritti dei cittadini europei e preservare i propri interessi nei settori più esposti. Il governatore della Banca di Inghilterra Mark Carney ha dichiarato che abbandonare l'Ue senza un periodo di transizione potrebbe dar vita a disordini simili a quelli causati dallo shock petrolifero degli anni Settanta.

Le mosse della Bank of England

A proposito di BoE, giovedì l'istituto centrale ha lasciato i tassi di interesse invariati allo 0,75% con un voto unanime e in linea con quanto atteso dagli analisti. Il governatore Mark Carney ha sottolineato che "le incertezze sulla Brexit si sono notevolmente intensificate rispetto all'ultima riunione del comitato" e "queste incertezze stanno pesando sui mercati finanziari del Regno Unito". Le decisioni future sul costo del denaro sono inevitabilmente legate all'andamento dei negoziati con la UE, che sono ancora in corso e fin quando non ci sarà una visione più chiara, difficilmente ala BoE potrà azzardare passi più decisi nella sua politica monetaria.

 

E' rimasto invariato anche il programma di allentamento quantitativo da 435 miliardi di sterline, in modo da dare fiato alle imprese, che potrebbero altrimenti risentire eccessivamente delle incertezze sull’esito della Brexit. Gli ultimi dati macro evidenziano peraltro che gli investimenti delle imprese britanniche sono diminuiti per 3 trimestri consecutivi, segnando il periodo più debole dalla crisi finanziaria globale del 2008-09. La fiducia dei consumatori nel Regno Unito inoltre è scesa ai livelli più bassi in oltre 5 anni, peggio di quando si decise l'uscita dalla UE. Tuttavia i dati sulle vendite al dettaglio sono stati migliori del previsto, mentre i report di venerdì hanno mostrato che l'economia britannica è cresciuta dello 0,6% anno su anno nel terzo trimestre. L'economia al momento quindi sta tenendo.

 

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La sterlina

Sul fronte valutario, la sterlina ha vissuto una settimana tutto sommato priva di scossoni. La coppia GBP-USD ha chiuso a 1,2626, con un lieve rialzo della valuta britannica che ha approfittato della debolezza del dollaro. Nessuna grande variazione contro l'euro (Eur-Gbp a 0,8996), mentre l'unico calo deciso è stato contro lo Yen, 140,5250 (-1,4%), con indicatore macd segnali operativi trading che punta ancora al ribasso. I trader prevedono comunque un periodo molto volatile per la sterlina a gennaio, quando il primo ministro Theresa May cercherà l'approvazione parlamentare per il suo accordo sulla Brexit, molto criticato.