Rating, l'Italia conserva la "tripla B"di Fitch. L'agenzia: "rischio elezioni anticipate"

Le incertezze politiche ed economiche, hanno spinto l'agenzia Fitch a confermare il rating dell'Italia a BBB, con un outlook negativo. Tuttavia, rimaniamo due gradini al di sopra del junk, la «serie B» dei rating (Lo scorso 19 ottobre, Moody’s ha declassato il rating dell’Italia a Baa3 da Baa2, cambiando l’outlook in stabile).

Le motivazioni dell'agenzia di rating

rating italia fitchLa notizia è stata diffusa tramite una note nella serata di ieri, a mercati chiusi. Le motivazioni di questa view tutt'altro che incoraggiante sono di tipo sia politico che economico. Secondo l'agenzia internazionale di rating, la coalizione di governo non vive in grande armonia, al punto che che le elezioni anticipate sono una concreta possibilità (nella visione dell'agenzia sarebbe la Lega a provocarle). Fitch punta l'indice soprattutto sulle differenze ideologiche esistenti tra i due partiti di governo.

 

Inoltre questo scenario si aggiunge alle incertezze di tipo economico e di bilancio. Il giudizio riflette da un lato il livello molto alto del debito pubblico e l’assenza di riforme per un aggiustamento del deficit. Pesano anche "un settore bancario ancora debole, una tendenza molto fiacca della crescita del Pil".

I fattori positivi dell'Italia

Non è tutto negativo però. Fitch infatti cita anche alcuni aspetti positivi della nostra economia, che è diversificata e ad alto valore aggiunto, con indicatori di disuguaglianza e di sviluppo umano molto superiori a quelli dei Paesi con analogo rating. Di buono c'è anche il grado di indebitamento del settore privato, che è «moderato». Ma pure la sostenibilità del sistema pensionistico, la durata favorevole dei titoli del debito pubblico (6,7 anni in media) e una quota bassa di debito in valuta estera.

 

L'agenzia americana ha tagliato le stime di crescita del nostro paese. Per il 2019 è prevista una crescita dello 0,3% del Pil, molto più basso rispetto al +1,2% previsto in agosto. Nel 2020 la crescita è prevista allo 0,6% nel 2020. L’agenzia prevede inoltre un aumento del deficit al 2,3% del Pil nel 2019, contro il 2% stimato dal governo italiano, e al 2,7% nel 2020, partendo dal presupposto che non scatteranno le clausole di salvaguardia con l’aumento dell’Iva.