Consumi, non è una vera recessione. Qualche spiraglio di ottimismo c'è

L'economia italiana è formalmente in recessione, ma secondo Confcommercio in questa prima parte del 2019 sarebbe più appropriato parlare di stagnazione, a giudicare i dati sui consumi e la produzione.

Consumi a ritmo contraddittorio

consumiI dati macroeconomici di questi primi mesi sono stati senza dubbio deludenti, e per certi versi anche contraddittori. Sono andati maluccio i consumi, eppure alcuni segnali incoraggianti ci sono. Continua ad andare male la produzione industriale, che però a gennaio è tornata a crescere (+1,7% su base mensile, al netto dei fattori stagionali). L'occupazione si è confermata stabile rispetto al mese precedente, però è in crescita se confrontata con l'anno scorso (+0,1% su base mensile, +0,7% rispetto a gennaio 2018). Insomma, dati contraddittori che su uno sfondo grigio - non a caso a febbraio è calato il clima di fiducia di imprese e famiglie - fanno vedere qualche sprazzo di colore.

 

Per quanto riguarda il Prodotto Interno Lordo, la stima per il mese di marzo è per una variazione congiunturale negativa dello 0,1%. Se fosse confermata porterebbe il dato complessivo ad una decrescita dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2018. Nel corso del primo trimestre l'economia italiana dovrebbe quindi registrare una crescita del PIL dello 0,1% in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si attesterebbe al -0,1%.

Andamento congiunturale e tendenziale dei consumi

 

Riguardo ai consumi, la Confcommercio ha evidenziato i dati del suo indicatore (ICC). In termini congiunturali c'è stata una diminuzione dello 0,1%, ma rispetto ad un anno fa si registra un aumento dell’1,0%. Il calo congiunturale è l'effetto combinato dell'aumento della domanda relativa ai servizi e della diminuzione di quella dei beni. Le performance migliori sono state nei beni e i servizi per la mobilità (+0,5 % sul mese precedente) e per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,4%). La diminuzione maggiore riguarda beni e servizi per le comunicazioni (-0,7 su gennaio).

 

A livello tendenziale l'Indicatore dei Consumi di Confommercio (ICC) cresce dell’1,0%, in rallentamento rispetto a gennaio. In questo caso le notizie liete giungono sia dalla domanda relativa ai servizi (+1,5%), sia da quella della spesa per i beni (+0,9%, trascinata soprattutto dai beni inclusi nella mobilità e nelle comunicazioni). Da evidenziare il calo della domanda relativa agli alimentari, alle bevande e ai tabacchi (-1,5%) e dell’abbigliamento e alle calzature (-0,2%).