Il dollaro morde il freno, volano le valute delle commodities

La marcia del dollaro per adesso sembra essersi fermata. Da venerdì scorso il biglietto verde non riesce più a trovare lo spunto che aveva avuto nei giorni precedenti.

Cosa ha messo il freno al dollaro

dollaro usdA zavorrare il greenback sono stati una serie una combinazione di dati economici deboli, ma pure i guadagni delle valute legate alle materie prime (dollaro canadese e australiano) che hanno tratto sostegno da un'impennata dei prezzi del petrolio. L'indice del dollaro è così sceso verso 97, segnando il suo più grande calo giornaliero dal 20 marzo.

 

Come detto, la valuta statunitense sta pagando i dati macro. Dopo quelli sul lavoro di venerdì scorso (in special modo riguardo alla diminuita pressione salariale), sono arrivati anche quelli sugli ordini di beni durevoli, che sono diminuiti a febbraio. Inoltre l'ultimo rimbalzo dei rendimenti dei Treasury non ha fornito una spinta al dollaro, poiché rimangono ancora a livelli bassi in termini assoluti (quelli decennali sono al 2,52%, ma ancora significativamente al di sotto dei suoi recenti massimi intorno al 2,8% raggiunto all'inizio di marzo).

 

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Valute delle materie prime e dazi

Se la valuta USA vive un momento di fiacchezza, marciano spediti invece il dollaro canadese e quello australiano. Il primo ha guadagnato più dello 0,5% durante la notte, il secondo è rimasto stabile ma anche lui da inizio settimana ha marciato forte. Entrambi sono stati al centro di ogni strategia forex intraday trading. La spinta è arrivata dalla impennata dei prezzi del petrolio, saliti ai massimi di cinque mesi. L'oro nero è stato trascinato al rialzo dall'aspettativa di una riduzione delle forniture globali a causa della guerra civile scoppiata in Libia, dai tagli guidati dall'OPEC e dalle sanzioni statunitensi contro Iran e Venezuela.

 

Nel frattempo, a scaldare di nuovi i mercati potrebbero essere le ultime uscite di Trump. Mentre la guerra commerciale tra USA e Cina sembra giungere al termine, l’inquilino della Casa Bianca ha infatti rimesso nel mirino il Vecchio Continente. Gli aiuti offerti dall’Ue all'olandese Airbus hanno suscitato le ire del presidente americano, che si è detto pronto ad introdurre una nuova ondata di tariffe e dazi multimiliardari contro il blocco.