Produzione agroalimentare, l'Italia sempre più minacciata dal falso

La produzione agroalimentare italiana subisce ogni anno un danno da 100 miliardi, a causa del proliferare del falso Made in Italy.

Il falso danneggia la produzione italiana

produzione falsaL'allarme è stato lanciato da Coldiretti e Filiera Italia, che hanno pure evidenziato come le cifre del falso siano in crescita del 70% nell'ultimo decennio. La produzione italiana viene minacciata attraverso l'utilizzo improprio di parole, simboli e immagini che generano nel cliente l'idea di avere a che fare con prodotti genuini del nostro territorio, mentre invece si tratta di alimenti taroccati che non hanno nulla a che fare con la produzione nazionale. A taroccare il cibo italiano non sono i Paesi poveri, ma soprattutto quelli emergenti o i più ricchi a partire proprio dagli Stati Uniti e dall'Australia.

 

Gli esempi sono purtroppo innumerevoli, si va dal salame "Italia" alla mozzarella "Casa Italia", dall'insalata "Buona Italia" alla "mortadella Milano". I più colpiti sono i formaggi. E' eclatante soprattutto quanto avviene negli USA, dove il 90% sono prodotti in Wisconsin, California e New York. Di italiano non c'è nulla, se non il nome o qualche altro riferimento ingannevole. Ma la produzione farlocca si estende a tanti celebri eccellenze del nostro mercato agroalimentare. Come il pomodoro San Marzano... prodotto però in California e venduto in tutti gli Stati Uniti. Oppure il Barbera bianco prodotto in Romania o il Chianti fatto in California.

Esportazioni da record

Nonostante il record fatto segnare nelle esportazioni agroalimentari Made in Italy, che nel 2018 hanno raggiunto il valore di 41,8 miliardi, più di due prodotti di tipo italiano su tre venduti nel mondo sono falsi. Al danno peraltro si aggiunge la beffa, dal momento che questo incremento del falso made in Italy, è stato generato da una forte crescita della domanda dei nostri prodotti. Dovremmo beneficiarne in modo notevole, e invece non ne godiamo fino in fondo. Va aggiunto che il falso non genera soltanto un danno alle vendite, ma pure un danno all'occupazione. Si parla infatti di una perdita di circa 300mila posti di lavoro.

 

A peggiorare la situazione ci si mette la guerra dei dazi, che ostacolerà le nostre esportazioni favorendo così la proliferazione di imitazioni low cost. I dazi che Trump minaccia sui prodotti europei, comprendono infatti anche importanti prodotti agroalimentari di interesse nazionale (vini, formaggi, olio di oliva, agrumi, uva, marmellate, succhi di frutta, acqua e superalcolici). Con le nuove tariffe aumenterebbero i prezzi dei prodotti italiani sul mercato americano, finendo per perdere competitività rispetto alle imitazioni provenienti da Paesi non colpiti dalle misure di Trump.